Andare in pensione a 61 anni nel 2024 non è un miraggio ed è ancora possibile per alcune categorie di lavoratori. Si tratta di lasciare il lavoro con largo anticipo rispetto alla soglia anagrafica prevista per la pensione ordinaria fissata a 67 anni. Quindi una opportunità, anche se la rendita, non sarà piena e massima come per coloro che devono aspettare la soglia della vecchiaia.

A parte le pensioni riservate al personale militare e delle forze dell’ordine, la pensione a 61 anni è consentita in alcune ristrette situazioni che la legge ancora tutela.

Come, ad esempio, i marittimi che possono uscire a 58 anni di età se addetti a particolari mansioni di bordo. O i lavoratori dello spettacolo appartenenti al fondo dedicato che già a 47 anni maturano il diritto alla pensione. Ma si tratta di situazioni particolari. Vediamo, invece, come potrebbe avvenire l’uscita per la generalità dei lavoratori.

Come andare in pensione anticipata a 61 anni

Il nostro ordinamento previdenziale prevede la possibilità di uscita anticipata, in alternativa a quella di vecchiaia a 67 anni, con il solo possesso di anzianità contributiva. In particolare, con un’anzianità di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne è possibile andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica.

A conti fatti, un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 1981 e ha versato senza interruzione contributi all’Inps, quest’anno può ottenere il riposo anticipato. Per una lavoratrice si tratterebbe di un anno in meno, quindi basterebbe che abbia iniziato a lavorare nel 1982 per assicurarsi la pensione con questa opzione. Ricordiamo che è prevista una finestra mobile di attesa di tre mesi per i lavoratori del settore privato e di sei mesi per i dipendenti pubblici.

Chi avesse quindi iniziato a lavorare presto, prima dei 20 anni, quindi, potrebbe ottenere la pensione a 61 anni di età nel 2024.

Soglia anagrafica che potrebbe scendere ulteriormente se trattasi di lavoratori precoci. In questo caso la legge riserva loro la possibilità di lasciare il lavoro con 41 anni di contributi, sia per le donne che per gli uomini. Importante è che siano stati versati almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Opzione che vale fino al 31 dicembre 2026. Per ottenere la pensione con Quota 41 è, però, necessario soddisfare anche una delle seguenti condizioni:

  • trovarsi in stato di disoccupazione;
  • essere invalido civile con percentuale non inferiore al 74%;
  • essere caregiver;
  • svolgere o aver svolto lavori gravosi e/o usuranti.

Opzione Donna

Grazie a Opzione Donna. le lavoratrici dipendenti o autonome possono andare in pensione anticipata a 61 anni. Resta la possibilità di ottenere uno sconto di un anno per ogni figlio (massimo due) fino al limite minimo di 59 anni. Il requisito contributivo minimo è di 35 anni e la pensione è calcolata con il sistema contributivo. Ma il vincolo più stringente, dallo scorso anno, riguarda l’appartenenza a determinate categorie sociali svantaggiate. Dal 2023 per andare in pensione bisogna rientrare in una delle seguenti condizioni:

  • Essere disoccupate a seguito di licenziamento o dipendenti di aziende in crisi;
  • Invalide civili con il 74% di invalidità riconosciuta e definitiva;
  • Caregiver.

Quest’ultimo caso riguarda le lavoratrici che, al momento della richiesta di pensione, assistono da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. Ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Riassumendo…

  • Alcune categorie di lavoratori possono ancora andare in pensione a 61 anni di età.
  • Con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) si può fare domanda di pensione.
  • Le lavoratrici possono lasciare il lavoro a 61 anni grazie a Opzione Donna.