I requisiti per accedere alla pensione sono generalmente due: uno anagrafico e uno contributivo. Il primo si raggiunge col tempo, il secondo col versamento dei contributi presso il fondo pensionistico.

Questo secondo requisito è strettamente collegato all’attività lavorativa che si svolge durante la vita. Sia essa dipendente o autonoma, implica il l’obbligo di versare i contributi necessari soprattutto per andare in pensione.

Andare in pensione senza lavorare

Detto questo, è bene sapere che nessuno è obbligato a lavorare fino al raggiungimento del requisito minimo contributivo.

Perdere il lavoro o restare disoccupati dopo i 50 anni non significa perdere il diritto alla pensione. Se mancano dei versamenti questi possono essere fatti volontariamente fino al raggiungimento del requisito minimo. Ma anche oltre.

Ovviamente bisogna avere i soldi per poter accedere ai versamenti volontari. La legge consente a chi è rimasto senza lavoro la prosecuzione volontaria dei versamenti (a titolo oneroso) nella gestione pensionistica di riferimento.

Tale beneficio è concesso a domanda dell’assicurato. L’ente pensionistico concede infatti la possibilità di colmare i periodi contributivi scoperti dopo aver effettuato specifici conteggi e aver determinato, sulla base della retribuzione di riferimento, l’importo da versare.

Il calcolo dei versamenti

Si può così andare in pensione senza lavorare fino all’ultimo. In pratica con la prosecuzione dei versamenti volontari si acquista il diritto ad accedere alla pensione, sia essa anticipata o di vecchiaia.

Per gli ex lavoratori dipendenti, il calcolo dei versamenti viene effettuato applicando alla retribuzione di riferimento (quella delle ultime 52 settimane lavorate), l’aliquota contributiva vigente che per gli ex dipendenti è pari al 27,87%, se autorizzati sino al 31 dicembre 1995, e al 33,00%, per le autorizzazioni successive.

Ma anche artigiani, commercianti e in generale tutti i lavoratori autonomi e liberi professionisti possono accedere ai versamenti volontari. Il calcolo di quanto bisogna pagare è stabilito dalla legge che elenca le rispettive aliquote contributive in base alle retribuzioni di riferimento.

Da sapere che i versamenti volontari, utili per il raggiungimento del diritto alla pensione, non sono obbligatori. Anche se autorizzati dall’ente pensionistico, non vi è alcun obbligo di coprire il periodo scoperto versando gli importi stabiliti.

Tuttavia, se ciò non viene fatto entro una certa data di scadenza, stabilita di volta in volta, i versamenti non sono accettati e i soldi restituiti al contribuente.