Le dimissioni del Premier Mario Draghi arrivano in un momento davvero difficile per il nostro paese. Difficoltà dovute, come sappiamo, all’elevata inflazione e alla guerra attualmente in corso in Ucraina.

L’esecutivo, ad ogni modo, rimarrà in carica fino alle prossime elezioni e alla formazione di un nuovo governo per lo svolgimento degli “affari correnti”. In primo luogo, si dovrà lavorare per il prossimo decreto Aiuti, che, fra gli altri, dovrà contenere alcune misure economiche per attenuare gli effetti di questa crisi.

Se fino a qualche tempo fa sembrava quasi scontata la proroga del bonus 200 euro anche per i prossimi mesi, adesso si inizia a parlare di alcune misure alternative, come l’abbassamento dell’Iva. Ecco cosa sta succedendo.

Inflazione ancora troppo alta, si pensa al rinnovo del bonus 200 euro o al taglio dell’Iva

Iniziano a trapelare alcune indiscrezioni relative al prossimo decreto Aiuti.

Come si apprende dall’agenzia stampa Ansa.it, con il prossimo pacchetto di aiuti, oltre al rinnovo del bonus 200 euro, si ipotizza anche un taglio dell’Iva.

Il bonus 200 euro, come ormai sappiamo, è una misura una tantum che spetta ad una ampissima platea di beneficiari: lavoratori, percettori di reddito di cittadinanza, disoccupati e pensionati. Il contributo spetta a condizione che si rispettino alcuni determinati requisiti, principalmente di tipo reddituale.

In particolare, il bonus spetta ai lavoratori dipendenti che hanno beneficiato dell’esonero contributivo pari allo 0,8% previsto dalla Legge di Bilancio 2022 nel primo quadrimestre dell’anno per almeno una mensilità. In altre parole, a chi ha uno stipendio lordo, da inizio anno, inferiore a 2.692 euro al mese, e sarà pagato dal proprio datore di lavoro direttamente nella busta paga di luglio. I pensionati, autonomi, stagionali e disoccupati, invece, devono avere un reddito sotto i 35 mila euro annui. Per colf e badanti, infine, non è previsto alcun limite reddituale.

Per il bonus 200 euro, sono stati stanziati 6,8 miliardi di euro. La misura è stata interamente finanziata con l’aumento della tassa sugli extra profitti delle società energetiche, che è passata dal 10 al 25 per cento.

Ad oggi, invece, non è ancora chiaro quanto potrebbe costare l’eventuale taglio dell’Iva. Ovviamente, allo stato attuale si tratta di semplici ipotesi. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa vicenda.