Gli aiuti a Roberto Saviano? Motivo di grande rabbia. L’aiuto ai cittadini in difficoltà, almeno di norma, dovrebbe figurare fra i doveri primari dello Stato. E non è solo questione di bonus o detrazioni. La garanzia di una vita regolare inizia sempre dalla stabilità lavorativa e dal favorire chi vuole fare (regolarmente) impresa, specie in giovane età. Dati questi per principi assodati, è chiaro che la categorizzazione di cittadino valga per chiunque, inclusi coloro che, visti a distanza, appaiono lontani da una condizione ordinaria.

È quindi inevitabile che, nel momento in cui tali personaggi si accostino agli strumenti di sussistenza, l’opinione pubblica finisca per discuterne. Anche in virtù dei numeri, decisamente fuori budget per la maggioranza. La risonante notizia riportata dal settimanale “Verità e Affari”, nello specifico, parlava dello scrittore Roberto Saviano. L’autore di “Gomorra”, “La paranza dei bambini” e di un lavoro mirato al contrasto della criminalità organizzata in Campania, avrebbe infatti richiesto e ottenuto uno sconto fiscale in qualità di piccola e media impresa personale. Sconto che, secondo la testata, sarebbe risultante nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato. Più che il quadro generale, però, a far discutere sono state le somme riportate e il personaggio che ne avrebbe beneficiato.

“Aiuti a Saviano”: la polemica

Per l’esattezza, gli aiuti destinati a Saviano ammonterebbero 9.744 euro, come “rimedio” a fronte di una situazione di “grave turbamento dell’economia”. In sostanza, nei giorni dei suoi ultimi acuti, il governo Draghi avrebbe concesso uno sconto fiscale di quasi 10 mila euro allo scrittore, tornato alle cronache dopo i risultati delle elezioni in virtù delle sue opinioni non esattamente favorevoli alla vittoria del Centrodestra. A scatenare la polemica vera e propria, però, è stato un mix di fattori. In primis i toni critici nei confronti della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. E, nondimeno, per la cifra che avrebbe ottenuto.

Ritenuta dai più eccessiva non solo per l’importo, quanto per la correlazione del suo lavoro di scrittore e saggista alla piccola impresa. Equiparandone, in un certo senso, le difficoltà a quelle subite da altri settori come quello artistico. Sempre secondo “Verità e Affari”, la fidanzata dello scrittore, la produttrice musicale Maria Di Donna, meglio conosciuta come Meg, durante la pandemia avrebbe ricevuto appena 374 euro.

E anche il concetto di “impoverimento” emerso fra le righe non è stato esattamente accolto con favore. Anche per il fatto che, in passato, tale cifra scontata dalle tasse dovute avrebbe potuto essere corrisposta semplicemente con qualche apparizione televisiva. Secondo “Varietà e Affari”, a incidere sulle finanze dello scrittore sarebbe stato anche lo scarso successo del graphic novel “Sono ancora vivo”, piuttosto che una possibile mutazione dei suoi contratti di collaborazione giornalistica.

Tasse e patrimonio

Certo, non è possibile fare i conti in tasca a qualcuno ma, rispetto alla media degli incentivi ricevuti dalla classe media durante e dopo la pandemia, gli aiuti riservati a Saviano risultano effettivamente consistenti. Tanto da aver scatenato polemica specialmente sui social, in un momento storico in cui, peraltro, la stragrande maggioranza dei cittadini fa letteralmente i conti, calcolatrice alla mano, per capire quanti soldi resteranno alla fine mese. La maggior parte dei quali, peraltro, con provvedimenti a sostegno limitati. Per quanto riguarda lo scrittore, secondo Panorama, in soli 10 anni (più o meno tra il 2007 e il 2017) avrebbe accumulato un patrimonio di 13 milioni di euro. Derivanti soprattutto dai diritti riconosciuti per la trasposizione delle sue opere e dalle sue apparizioni a conferenze e convegni vari. E, al netto di una presunta flessione nelle vendite dei suoi libri, le cifre appaiono comunque elevate. Troppo, secondo i più critici, per giustificare una sforbiciata simile.