Come se non bastasse, fra la miriade di tasse e balzelli aerei, c’è pure la tassa sul sedile. Una “piccola” gabella che le compagnie aeree, soprattutto low cost, si sono inventate per recuperare i soldi perduti durante la pandemia.

Più che una tassa sul sedile è un sovrapprezzo al costo del biglietto che è applicato sulla scelta del posto a sedere in aereo. Non tutte le compagnie aeree lo praticano, ma quelle low cost lo fanno nella maggior parte dei casi, soprattutto quando c’è molta richiesta su determinati voli.

La tassa sul sedile fa discutere

Ma in cosa consiste esattamente la tassa sul sedile? Si tratta di un costo aggiuntivo che viene applicato sulla scelta del posto a sedere sull’aereo. Che si tratti di un posto vicino al finestrino, piuttosto che di uno accanto a quello di un altro viaggiatore, la scelta è spesso soggetta a una maggiorazione del costo del biglietto.

Non è una pratica sconosciuta, perché le compagnie aeree prevedono da anni la tassa sul sedile, ma quasi nessuna l’ha mai applicata. Oggi, con la riduzione dei viaggi a causa dell’emergenza sanitaria e con la necessità di recuperare i soldi persi, molte società di trasporto aereo hanno deciso di applicarla.

Fino a 109 euro in più

I viaggiatori naturalmente non ci stanno e protestano. Assoutenti ha accolto con soddisfazione la decisione dell’Enac di accendere un faro su quella che l’associazione ha ridefinito la “tassa sul sedile” imposta dalle compagnie aeree ai passeggeri che vogliono scegliere il posto a sedere.

Anche perché molti viaggiatori, per particolari esigenze, hanno a volte bisogno di scegliere posti specifici a bordo degli aerei.  A costoro sono richiesti balzelli il cui importo è in costante crescita, e raggiunge la cifra record di 109 euro a persona.

Capita quindi che il prezzo della tassa sul sedile venga a costare quasi se non  di più del costo del biglietto.

Si aggiunge alla miriade di tasse aeroportuali incluse nel costo del viaggio. Quello che sta succedendo, infatti, è che le compagnie aeree low cost offrono prezzi molto bassi per i biglietti facendosi concorrenza, ma poi ricaricano sui servizi accessori (bagagli, trolley, scelta del posto) tutto il resto.

Enac indaga

Così, sulla scorta di molte segnalazioni da parte dei consumatori e delle associazioni di categoria, l’Enac, l’ente che controlla l’aviazione civile, ha deciso di aprire una indagine. Come ha precisato il direttore Alessio Quaranta:

“sono pervenuti all’Enac reclami e segnalazioni da parte di passeggeri che hanno lamentato recenti disservizi da parte di compagnie aeree low cost in ordine, in particolare, alla procedura di assegnazione dei posti sull’aeromobile che non consentono ai genitori di sedersi accanto ai propri figli minori, né ai familiari di stare accanto a persone disabili e a ridotta mobilità, se non dietro pagamento di una tariffa aggiuntiva, a volte superiore al costo del biglietto aereo”.

L’Enac ha quindi deciso di intervenire avviando un’indagine allo scopo di tutelare i viaggiatori e i loro diritti. Se l’inchiesta darà ragione alle numerose denunce inoltrate dai passeggeri, scatteranno provvedimenti sanzionatori e le compagnie saranno anche obbligate a risarcire i passeggeri.

Cosa fare

Ma cosa devono fare i viaggiatori che sono costretti a pagare la tassa sul sedile? Le associazioni dei consumatori consigliano di rivolgersi a loro direttamente per segnalare il possibile abuso e chiedere indietro i soldi.

Tutte le segnalazioni pervenute – fanno sapere le associazioni – vengono trasmesse all’Enac che ha già in carico le doglianze. In caso di violazione dei diritti dei consumatori, le compagnie aeree saranno costrette a restituire l’indebita trattenuta e a risarcire il viaggiatore.