Acconto Imu con controlli rafforzati sulle seconde case. E’ questa la conseguenza dell’importante sentenza della Corte Costituzionale, sentenza n° 209 depositata in data 13 ottobre 2022, con la quale è stato dato il via libera alla doppia esenzione/riduzione per coniugi che hanno residenza e dimora abituale separata ossia in due immobili diversi. Infatti, è riconosciuta loro la possibilità  di sfruttare entrambi l’esonero IMU per la propria abitazione principale. Non fa differenza se i due immobili si trovano nello stesso Comune o in un Comune differente.

Nella sentenza citata, tuttavia, la stessa Corte Costituzionale ha sollecitato i Comuni ad effettuare adeguati controlli sulle seconde case, rispetto alle quali ai coniugi non spetta alcuna esenzione.

L’acconto IMU per le abitazioni principali tra esenzioni e riduzioni

Non sono tenuti al versamento dell’acconto IMU in scadenza al prossimo 16 giugno, i proprietari di immobili destinati ad abitazioni principale non di lusso.

Per quanto riguarda gli immobili, abitazione principale,  “di lusso” si applica un’aliquota agevolata ed una detrazione di 200 euro (da rapportarsi ai mesi e alla percentuale di possesso).

Prima della sentenza citata in premessa, il D.L. 146/2021, c.d. decreto fiscale, aveva disposto che nel caso in cui i componenti del nucleo familiare avessero stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale o in Comuni diversi:

  • le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si sarebbero applicate per un solo immobile;
  • scelto dai componenti del nucleo familiare.

Non faceva più differenza se i due immobili in cui i coniugi avevano stabilito, differenziando, la loro dimora abituale e la residenza, fossero nello stesso Comune o in Comuni diversi tra loro.

Dunque,  la legge riconosceva ai coniugi l’esenzione IMU per una sola abitazione.

Acconto IMU. Controlli rafforzati per le seconde case

Con la sentenza della Corte Costituzionale, sentenza n° 209 depositata in data 13 ottobre 2022,  è stato dichiarato illegittimo anche il concetto di abitazione principale contenuto nella normativa IMU(vedi comma 741 Legge n°160/2019) laddove la verifica della dimora abituale e della residenza viene rapportata all’intero nucleo familiare e non solo al possessore dell’immobile.

Verifica che è contraria al principio di parità dei contribuenti coniugati (o componenti delle unioni civili) rispetto ai partner di fatto (artt. 3, 29 e 31 Cost.).

Detto ciò, grazie alla sentenza in parola, i coniugi, con dimora e residenza separata, possono entrambi beneficiare dell’esenzione IMU per le loro rispettive abitazioni principali.

Attenzione però, ciò non significa che l’esenzione IMU spetti anche per le seconde case. Si pensi, ad esempio, alla casa dove i coniugi vanno a passare le vacanze o i weekend.

Infatti, nella sentenza della Corte Costituzionale è evidenziato che:

Da ultimo questa Corte, ritiene opportuno chiarire che le dichiarazioni di illegittimità costituzionale ora pronunciate valgono a rimuovere i vulnera agli artt. 3, 31 e 53 Cost. imputabili all’attuale disciplina dell’esenzione IMU con riguardo alle abitazioni principali, ma non determinano, in alcun modo, una situazione in cui le cosiddette “seconde case” delle coppie unite in matrimonio o in unione civile ne possano usufruire. Ove queste abbiano la stessa dimora abituale (e quindi principale) l’esenzione spetta una sola volta.

Da qui, la stessa Corte evidenzia la responsabilità dei Comuni nel mettere in atto quei controlli tali volti a verificare l’effettivo impiego dell’immobile. Ciò per evitare comportamenti elusivi da parte dei contribuenti.