È possibile rateizzare l’importo sugli accertamenti anno 2020? Come affermava Erich Fromm: “La felicità dell’uomo moderno: guardare le vetrine e comprare tutto quello che può permettersi, in contanti o a rate“.

L’accesso ai vari beni e servizi di nostro interesse richiede, quasi, sempre un esborso economico. Un gesto di per sé semplice, che spesso porta a vivere dei momenti di grande difficoltà.

Lo sanno bene, purtroppo, tutti coloro che fanno fatica ad arrivare a fine mese e per cui far quadrare i conti si rivela essere un grosso problema.

In questi casi si cerca di tagliare le spese superflue e focalizzarsi solamente su quelle indispensabili. Rientrano in tale ambito anche i vari adempimenti fiscali che non possono essere rinviati, onde evitare di incorrere in situazioni alquanto spiacevoli.

In arrivo le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate

Diversi, ad esempio, sono i contribuenti che si stanno affrettando a pagare quanto richiesto dal Fisco con le lettere di compliance. Attraverso quest’ultime, ricordiamo, l’Agenzia delle Entrate informa i soggetti interessati di aver riscontrato delle anomalie nelle dichiarazioni dei redditi. A finire sotto la lente di ingrandimento si annoverano: i lavoratori dipendenti, assimilati, gli autonomi e i redditi derivanti da contratti di locazione non dichiarati. Una volta ricevuto tale avviso, i cittadini coinvolti possono richiedere ulteriori chiarimenti al Fisco attraverso il cassetto fiscale oppure inviare la documentazione volta a giustificare tale incongruenza. Nel caso in cui l’ente abbia ragione, invece, non bisogna fare altro che mettersi in regola.

Accertamenti anno 2020: possibile rateizzare l’importo?

Nel corso delle ultime settimane l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad inviare tante lettere di compliance inerenti l’anno d’imposta 2020. I soggetti coinvolti hanno quindi la possibilità di regolarizzare la propria posizione attraverso il ravvedimento operoso. Quest’ultimo permette di pagare quanto dovuto, beneficiando di una riduzione della sanzione.

Quest’ultima è pari al 15% anziché il 90% richiesto in caso di dichiarazione dei redditi infedele.

La sanzione per chi opta per il ravvedimento operoso è più alta in caso di omessa o errata dichiarazione dei redditi derivanti da affitti con cedolare secca. In tal caso, infatti, la sanzione ordinaria è pari al 240% dell’imposta. Per coloro che hanno presentato una dichiarazione infedele, invece, la sanzione ordinaria è del 180%. Ma è possibile rateizzare l’importo richiesto con gli accertamenti sull’anno 2020? Ebbene, come spiegato sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

“Per versare le somme dovute (maggiore imposta, interessi e sanzione ridotta) deve essere utilizzato il modello F24, disponibile, con le relative istruzioni di compilazione, sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Nell’apposito campo del modello F24 va riportato il “codice atto” indicato in alto a sinistra nella lettera ricevuta. Si ricorda che il versamento delle somme dovute non può essere rateizzato“.

Viene inoltre sottolineato che le singole voci inerenti la maggiore imposta, gli interessi e la sanzione devono essere indicati in modo distinto nei vari campi del modello F24. Il tutto avendo l’accortezza di indicare gli specifici codici tributo. Se avete dei dubbi, comunque, vi consigliamo di rivolgervi a un Caf, un commercialista oppure direttamente all’Agenzia delle Entrate per ottenere informazioni dettagliate in merito.