La Commissione Affari ha dato mandato al Relatore sulla proposta che prevede per tutti gli eletti, compresi gli ex parlamentari, l’abolizione dei vitalizi con il calcolo dell’assegno previdenziale basato sul sistema contributivo. Il ricalcolo degli assegni in essere, in questo modo, verrebbe tagliato fino al 50%.

Anche se il testo base del DDL mantenien gli attuali requisiti anagrafici per la maturazione del vitalizio (65 anni di età senza adeguamenti alla speranza di vita), si abolisce la possibilità di anticipare di un anno l’età pensionabile per ogni mandato parlamentare, consuetudine che permetteva ai parlamentari il pensionimanto anche 5 anni prima (60 anni).

Oltre al requisito anagrafico il testo conferma il requisito contributivo di almeno 5 anni, ovvero la durata di una legislatura.

Il vero punto chiave del decreto, però, riguarda il calcolo del vitalizio e il ricalcolo dello stesso per coloro che hanno già terminato il mandato (in ogni caso per le quote di pensioni antecedenti il 31 dicembre 2011).

Il sistema contributivo pro rata per il calcolo delle pensioni parlamentari, infatti, è stato introdotto dal 1 gennaio 2012: chi è andato in pensione prima di tale data, dunque, ha continuato a godere di vitalizi determinati con il sistema reddituale che ancorava la pensione alla percentuale dell’indennità parlamentare in base agli anni del mandato[P1] . In questo modo gli ex parlamentari riuscivano a maturare vitalizi molto elevati gi’ con pochi anni di contributi  (poi attribuibili ai superstiti). La proposa Richetti prevede che il ricalcolo di tali vitalizi avvenga con il sistema contributivo per tutte i vitalizi maturati prima del 2012 (non solo per i parlamentari che non hanno ancora maturato il diritto pensionistico ma anche per coloro che già percepiscono l’assegno).