“In un matrimonio marito e moglie possono cercare la via della guarigione delle mille piccole irritazioni, incomprensioni, dettagli demenziali. Ma se non ci si riesce arriva il divorzio. Che non è una cura, ma un intervento chirurgico“, afferma Fabrizio Caramagna. Un matrimonio che finisce, in effetti, segna inevitabilmente l’esistenza dei soggetti coinvolti.

Dopo aver sperato di avere per sempre al fianco la persona amata, purtroppo, ci si ritrova a dover fare i conti con una nuova tappa della propria vita.

Nel momento stesso in cui si decide di porre fine alla relazione, d’altronde, cambiano le priorità, gli impegni e le cose da fare e gestire. Basti pensare al fatto che almeno uno dei due coniugi debba cambiare casa e trovare una nuova sistemazione.

A peggiorare la situazione, poi, ci si mette la burocrazia. Ovvero il dover fare tutti i documenti necessari a certificare la fine del matrimonio. Proprio su quest’ultimo punto è bene prestare attenzione alla differenza tra separazione e divorzio. Questo perché, dal punto di vista legislativo, cambiano i diritti e i doveri delle persone interessate. Un aspetto, quest’ultimo, che si ripercuote anche sulle agevolazioni Legge 104. Ecco come funziona.

104: cosa cambia dalla separazione al divorzio

Stando a quanto previsto dalla legge 104 del 1992, i lavoratori dipendenti possono richiedere tre giorni di permesso al mese per prestare assistenza a un famigliare disabile non autosufficiente. A poter beneficiare di tale agevolazione sono, in ordine: coniugi o conviventi, poi i genitori, i figli, i fratelli e i parenti e affini entro il secondo grado. Ne hanno diritto anche parenti e affini entro il terzo grado.

Quest’ultimi nel caso in cui i genitori, il coniuge o il convivente hanno più di 65 anni, oppure se affetti a loro volta da disabilità o sono deceduti. Di recente sono stati apportati dei cambiamenti in materia di permessi e congedo Legge 104, al fine di adeguarsi alla direttiva UE.

Entrando nei dettagli, come sottolineato dall’Inps con la circolare numero 39 del 04 aprile 2023, è stato introdotto:

“il “convivente di fatto“, di cui all’articolo 1, comma 36, alla legge 20 maggio 2016, n. 76, tra i soggetti individuati in via prioritaria ai fini della concessione del congedo straordinario. Il novellato comma 5, inoltre, stabilisce che qualora tra i requisiti per il riconoscimento del diritto sia prevista la convivenza con la persona disabile a cui si presta assistenza, la stessa possa essere instaurata successivamente alla presentazione della domanda di congedo straordinario”.

Ma cosa cambia nel caso una coppia decida di separarsi o divorziare? Ebbene, nel primo caso i coniugi continuano ad aver diritto alle agevolazioni legge 104, compresi i permessi. Diversa, invece, la situazione in caso di divorzio. In quest’ultimo caso, infatti, si scioglie il vincolo coniugale e vengono meno gli effetti giuridici del matrimonio. Ne consegue che in seguito al divorzio non è più possibile beneficiare delle varie agevolazioni legge 104, inclusi i permessi.