Fra i Costi di Transazione che ogni trader si trova a dover affrontare, si ritiene che lo Slippage sia in assoluto quello che incide maggiormente.

A meno che non siate degli scalper, le Commissioni sono senza dubbio la componente meno rilevante da tenere in considerazione, nonostante il focus di ogni trader alle prime armi sia sempre rivolto a negoziare qualche frazione di dollaro di sconto, raccontando al broker che tutti i mesi muove più contratti lui su quel future di Goldman Sachs.

Queste due voci (Commissioni e Slippage) rappresentano la componente SISTEMATICA dei Costi di Transazione: iniziamo con il quantificare lo Slippage su diversi strumenti, per poi ampliare questi ragionamenti anche sulla componente NON SISTEMATICA dei Costi di Transazione.

 

…….Qual’è lo slippage medio che dovremmo caricare su ogni operazione che effettua un trading system?

I fattori da considerare sono diversi…

  1. Il mercato sottostate (non è la stessa cosa lavorare sul Mini S&P500 e su Heating Oil)
  2. Il tipo di strategia  (non è la stessa cosa entrare con un ordine market di una strategia Bias in apertura della prossima barra ad un orario prestabilito, rispetto a lavorare con una strategia Volatility Breakout che entra con ordini stop market sulle partenze del sottostante in occasione del rilascio di notizie, o in rottura di livelli di prezzo “sensibili” – ad es. il massimo del giorno prima, dove sono parcheggiati altri ordini come il tuo) e la fascia oraria in cui opera
  3. Le scelte effettuate sulla propria infrastruttura (piattaforma utilizzata, location della VPS – Virtual Private Server, la macchina dove installiamo la piattaforma da cui partono gli ordini, e dei server del Broker rispetto all’Exchange): lavorare con una VPS in Germania, sui Futures all’Eurex a Francoforte usando un broker che ha i suoi server in New Jersey, significherebbe registrare condizioni di negoziazione pessime (in quanto le informazioni dovrebbero transitare di qua e di là dall’oceano atlantico diverse volte).

Per rispondere a questa domanda, possiamo prendere in esame le rilevazioni effettuate con un software che Da Vinci Fintech ha realizzato per un piccolo istituzionale nei primi mesi del 2018.

Questo tracker qui sotto traccia la differenza fra il prezzo di esecuzione della strategia e quello realmente ottenuto sull’account, quindi quella che è la componente sistematica dello slippage (su quella NON sistematica, tornerò fra poco).

L’entità dello slippage può dipendere anche dal tipo di ingresso che effettua la strategia: qui ci siamo limitati a tracciare solo gli ordini market effettuati da alcune strategie che questo istituzionale ha scelto di mettere in portafoglio, e non tutte sono rimaste attive per tutti gli 8 mesi di tracciatura, ma il numero di trade eseguiti sono stati sufficiente per poter effettuare delle statistiche.

La piattaforma utilizzata è la TradeStation (9.5) che gira su VPS in New Jersey (fornitore: SpeedyTradingServer), e queste rilevazioni tracciano ciò che è successo da Aprile a Dicembre 2018 (8 mesi).

Qui sotto è possibile esaminare il risultato.

 

Nella prima colonna il mercato tracciato, nella seconda lo slippage medio registrato su ogni ordine market (quindi, se la strategia entra ed esce con ordini market, questo valore va moltiplicato per 2 per valorizzare il costo round turn), ed infine nella terza colonna il numero di operazioni effettuate su cui è stato rilevata la differenza fra il prezzo teorico di ingresso della strategia e quello realmente eseguito sull’account.

Quando includi più di 30 usd round turn di costi di transazione su un trading system su Soybeans (o 50 usd su Crude Oil), è perché parti da qui, da rilevazioni come queste, e dai 26 usd di slippage che mediamente devi mettere in conto per lavorare su questo sottostante.

…perché tutto questo lavoro per rilevare lo slippage su più di un migliaio di operazioni distribuite su questi strumenti qui accanto?

Perché è solo sui numeri che puoi impostare, in maniera seria, un’attività (e il trading E’ un’attività di impresa).

E perché dai numeri puoi recuperare una certa oggettività, e renderti conto che la media delle 93 operazioni realizzate sul Natural Gas da Aprile a Dicembre 2018 (per le due strategie qui tracciate) ha restituito uno slippage decisamente basso (in alcuni casi positivo, quando il prezzo di esecuzione è più favorevole di quello della strategia, in virtù dell’elevata volatilità di quel momento che fa “ballare” il prezzo, talvolta, anche in maniera favorevole come è successo negli ultimi mesi dell’anno).

Chi ha ancora negli occhi i movimenti che il Natural Gas ha effettuato negli ultimi mesi del 2018, probabilmente sarà sorpreso da un valore del genere (e io sono fra questi), ma da Ottobre a Dicembre 2018 (3 mesi) su Natural Gas sono state effettuate 17 operazioni (sulle 93 tracciate in tutti gli 8 mesi). Tendiamo a ricordare (e dare maggiore importanza) a ciò che è successo di recente e a ciò che emotivamente ci ha toccato, ovvero 17 operazioni su 93 (fra l’altro, andate anche piuttosto bene, dato che sto parlando di uno dei trading system che ha funzionato meglio nel secondo semestre del 2018: il Volatility Breakout sul Natural Gas (qui sotto l’equity line di questa strategia dell’intero 2018, non ancora addizionata di slippage). Sulle operazioni dell’ultimo trimestre del 2018, lo slippage medio registrato su NG Future è salito a poco più di 15 usd (quindi 30 usd round turn).

Il future che nel 2018 ha riservato qualche sorpresa è stato il Crude Oil: in parte positive, perché è stato uno dei mercati su cui si è lavorato meglio con diversi trading system, e in parte negative, se osserviamo lo slippage registrato in questi 8 mesi di rilevazioni. Una cinquantina di USD di slippage medio su Crude Oil sono tanti rispetto agli anni scorsi, e oggi sono in linea con Gasoline e Heating Oil che notoriamente sono mercati meno liquidi e dove i costi di transazione incidono maggiormente.

Componente non sistematica

…ma commissioni e slippage rappresentano soltanto la componente SISTEMATICA dei Costi di Transazione: esiste anche una componente NON sistematica, dovuta a disallineamenti strategia-account (che non dipendano dalla strategia e che non siano in parte risolvibili a monte, nella codifica), oppure a problemi tecnici sulla connettività o sulla VPS o sulla piattaforma (più di uno di voi si ricorderà che sulla TradeStation si erano verificati dei ritardi nell’invio degli ordini), che non sarebbe corretto includere nella prima misurazione in quanto hanno un carattere di non sistematicità (quindi di imprevedibilità), ma che possono avere una certa incidenza sul risultato della strategia.

Ognuno è chiamato ad effettuare una stima su questa secondo componente non sistematica, perché è ancora più dipendente dalle scelte effettuate dal trader rispetto alla prima (la scelta, ad esempio, di usare limit order invece di market order), perché anche questa componente andrebbe addizionata a quella sistematica.

E anche da questi ragionamenti dovrebbe essere chiaro come l’Average Trade (che deve essere capiente per poterci affogare dentro tutti questi costi di transazione) sia una delle metriche più importanti da osservare quando si costruisce un trading system.

 

Luca Giusti è un trader sistematico su Opzioni e su Futures dal 2002. Laurea in Economia, Dottorato di Ricerca in Direzione Aziendale, fondatore del progetto QTLab (Quantitative Trading LAB) in Svizzera, dove sviluppa metodologie di trading quantitativo. E’ advisor di due istituzionali e collabora con una software house (Da Vinci Fintech) con cui sviluppa piattaforme di analisi di dati finanziari, di backtest di strategie in Opzioni e di analisi di Portafogli (StrategyLAB e OptionLAB). Autore del libro “Trading Meccanico”, edito da Hoepli, Socio Ordinario Professional e docente del Master SIAT, è al suo secondo mandato come membro del comitato scientifico di questa associazione. E’ il docente dei corsi di QTLab sui Trading System e sull’Operatività con le Opzioni. Dal 2008 è relatore all’ITForum e al Tol EXPO di Borsa Italiana, è stato speaker al convegno internazionale IFTA 2017, relatore per TradeStation a Dubai nel 2016 su dei corsi di Trading Sistematico, e speaker in un convegno del CME Group a Londra nel 2019.