La reputazione di Draghi porta lo spread vicino ai 100 punti base

Gli investitori stanno premiando la scelta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di affidare l’incarico all’ex governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi di provare a formare un nuovo esecutivo. L’accettazione di Draghi con riserva dell’incarico ha reso possibile un nuovo scenario che era poco scontato nei giorni scorsi ovvero un governo tecnico/politico che possa raccogliere una maggioranza forte all’interno del Parlamento italiano per risolvere il prima possibile i principali nodi ovvero il contenimento della crisi pandemica, un’accelerazione della campagna vaccinale e la stesura del piano nazionale di resilienza e ripresa per poter ricevere il prima possibile i fondi europei del Next Generation EU.
Riteniamo che in caso di consultazioni positive con la raccolta di numeri significativi e duraturi in Parlamento (almeno 170 voti favorevoli/appoggi al Senato) Mario Draghi potrebbe non solo focalizzarsi sui punti già espressi dal presidente Mattarella ma anche sui principali problemi dell’economia italiana, dalla bassa produttività all’elevato livello di disoccupazione.
La credibilità internazionale e la reputazione di un governo con a capo Mario Draghi diminuirebbe il rischio paese “Italia” con uno spread in forte calo nelle prossime settimane sui livelli di Spagna e Portogallo (50-60 punti base). In tale scenario il settore bancario italiano riceverà molteplici benefici non solamente dalla discesa dello spread ma anche per un maggiore impegno dell’esecutivo ad agevolare la cessione di crediti deteriorati e maggiori incentivi governativi per un consolidamento del comparto per aumentare la redditività.
In caso di consultazioni negative da parte di Draghi la risposta sui mercati potrebbe essere molto negativa con uno spread in forte crescita ben al di sopra di 130 punti base nelle prossime settimane e in caso di ritorno alle urne al di sopra dei 150 punti base.