Un recente corteo dei dipendenti di Richard Ginori per la salvaguardia dell’occupazione nello stabilimento di Sesto Fiorentino

E’ pervenuta ieri al Tribunale di Firenze l’offerta della maison del lusso Gucci, tramite la controllata GRG, per rilevare la Richard Ginori, dichiarata fallita tre mesi fa (Richard Ginori, la salvezza si chiama Gucci?)

 

Fallimento Richard Ginori: cosa ha messo sul piatto Gucci

Non essendo state presentate altre offerte e non riscontrando difformità dal bando emesso dalla curatela fallimentare per la cessione del marchio toscano, il giudice ha assegnato provvisoriamente l’azienda a Gucci, che ha versato 1,3 milioni di euro a titolo di cauzione con 5 assegni da 250 mila e uno da 50 mila euro, oltre a presentare una fideiussione di Unicredit per i restanti 11,7 milioni di euro.

 

Licenziamenti Richard Ginori: 75 dipendenti con il fiato sospeso 

Tuttavia, l’assegnazione è temporanea, visto che il giudice ora chiede che entro 25 giorni si raggiunga un’intesa con i sindacati, senza la quale l’offerta sarà considerata decaduta. E Gucci ha proposto la riassunzione a tempo indeterminato di 230 dipendenti dei 305 e la cassa integrazione per gli altri 75, oltre al mantenimento del 70% della rete degli agenti di commercio. Ma lo scontro si avrà certamente sul futuro proprio dei 75 dipendenti non riassunti, che i sindacati vorrebbero fossero integrati attraverso contratti di solidarietà.

E una timida apertura sembra essere arrivata da Bernardo Marasco, segretario Filctem-Cgil, che ha parlato di “piano industriale”, in contrapposizione agli interessamenti di altre società e pervenute nei mesi scorsi, che avrebbero mirato solo all’aspetto finanziario e non anche al rilancio produttivo.

 

Lo stabilimento Richard Ginori di Sesto Fiorentino non chiuderà

Una nota del Gruppo Gucci, controllato dalla francese Ppr, parla di valorizzazione, formazione e mantenimento delle risorse umane, al fine di sostenere i piani produttivi dello storico sito di Sesto Fiorentino.

Qui, stando a quanto indicato dalla maison, sarebbe mantenuta la sede della società, così come viene giudicato di grande interesse il Museo Richard Ginori a Doccia, quartiere a nord-ovest di Firenze.

Per la stessa sede di 130 mila metri quadrati della Ginori Real Estate, che per metà fa capo a un gruppo di immobiliaristi locali, mentre per l’altro 50% è di proprietà della fallita Richard Ginori, la Gucci si è riservata nell’offerta il diritto di opzione sulla quota di quest’ultima. La strategia del Gruppo Gucci dovrebbe puntare, quindi, al mantenimento e alla valorizzazione del rapporto con il territorio.

Ma l’accordo non sarà molto semplice da raggiungere, come dimostra il presidio di ieri dei dipendenti davanti al Tribunale di Firenze. L’offerta dei Gucci è stata letta alla presenza dei loro rappresentanti, oltre ai rappresentanti dei creditori e al curatore fallimentari Andrea Spignoli.