Nel Q4 del 2018 il margine d’intermediazione registra un +1% con 1.150,7 milioni. La stabilità è stata conseguita grazie a ricavi diversi (182 milioni con un +196,4% rispetto al periodo di paragone) mentre scendono il margine d’interesse (487,4 milioni con una variazione del -9,5% A/A), causa i bassi tassi d’interesse e soprattutto i profitti da trading (12,3 milioni con un -84,8%), dati gli ostacoli incontrati sui mercati finanziari in un anno turbolento come il 2018; le commissioni salgono a 469,1 milioni (con un +2,1% A/A), grazie alle commissioni di gestione e d’intermediazione titoli che hanno compensato la diminuzione di quelle da servizi bancari.
I costi operativi totali si attestano a 792 milioni, con una variazione in aumento del +5,8%. Nello specifico sono giustificati dai costi del personale, aumentati a 504,7 milioni (con un +1,4% rispetto al 2017) grazie alle assunzioni fatte nello scorso anno e da altri costi, saliti a 283,7 milioni (+14,5% A/A). L’aumento dei suddetti costi ha implicato quindi una diminuzione del risultato lordo di gestione di un -8,3% rispetto l’anno precedente, attestandosi a 358,7 milioni.
Una volta effettuate rettifiche su crediti (ridotte a 62,3 milioni con una variazione negativa dei -22,6% A/A) e registrato un saldo negativo della gestione assicurativa a -27,8 milioni (+10,4% rispetto al periodo di paragone), il risultato netto di gestione diminuisce a 268,6 milioni con una variazione negativa del -5,9% A/A.
L’utile netto infine è di 186,6 milioni, risultato stabile rispetto l’anno passato a cui si affianca una proposta preliminare di un dividendo di 0,2 € per azione.
Riguardo la situazione patrimoniale si registrano impieghi totali per 41.205 milioni (+3,5% A/A), dati prevalentemente da crediti vs.
Dal lato passivo, il funding totale sale a 35.448 milioni con un +4,8% A/A, data in primo luogo da un incremento dei debiti vs. clienti a 24.064 milioni (+6,6% rispetto al periodo di paragone).
Per quanto riguarda la solidità patrimoniale, il Cet1 è pari al 12,7% e salirebbe al 13,7% se si considerassero le riserve da rivalutazione.