Creval sospesa dagli scambi con un calo teorico del 7,47%. Sul titolo continua a pesare la notizia dell’aumento di capitale fino a 700 milioni di euro. Secondo gli analisti non vi è certezza che l’operazione possa andare a buon fine senza il concorso di investitori istituzionali.

A tal fine, Il Sole 24 Ore, riporta che Mediobanca starebbe lavorando a stretto contatto con Bofa-Merrill Lynch e Citigroup per la costituzione delle necessarie garanzie. L’operazione – scrive il quotidiano – resta complessa vista l’entità della ricapitalizzazione, pari a oltre 3 volte l’attuale capitalizzazione di Borsa, scesa a circa 200 milioni di euro, e i rischi di esecuzione del piano industriale, che punta, dal punto di vista reddituale, ad un utile di 150 milioni al 2020, e da quello patrimoniale, a una radicale pulizia degli Npl, con una riduzione dei crediti deteriorati sotto il 10% del totale degli attivi nel 2020.

Da indiscrezioni circolate sui forum, risulterebbe poi che le banche USA avrebbero chiesto la testa degli obbligazionisti subordinati prima di fornire il loro appoggio, sulla falsariga di quanto avvenuto con Banca Carige. Il conto, però, qui appare più salato.

Banca Imi ha ridotto la raccomandazione su Creval da buy a hold, con prezzo obiettivo che scende da 4,1 a 1,66 euro. Gli analisti condividono l’obiettivo del management di un de-risking del bilancio, ma considerano il target di trasformare la banca in termini di qualita’ dell’attivo in soli tre anni come “molto aggressivo”. Con un CET1 all’11,5% a fine piano, “c’e’ poco spazio per errori”, aggiunge Imi. Gli esperti assumono una posizione piu’ cauta rispetto al piano sul fronte del net interest income, degli accantonamenti per perdite su crediti e della cessione di asset.

 

Fiordi: un piano aggressivo per voltare pagina

 

Il nostro piano industriale è aperto. L’obiettivo è irrobustire la banca e voltare pagina mettendoci nelle migliori condizioni per valutare tutte le opzioni, comprese le aggregazioni“.

Lo ha detto il presidente del Creval Miro Fiordi a margine dell’esecutivo Abi. “Sono giorni connessi a un annuncio importante che abbiamo fatto; ci aspettavamo naturalmente una reazione” del mercato “come quella che c’è stata. Adesso stiamo lavorando bene per raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti, un obiettivo ambizioso ma decisivo per il futuro della banca. I contatti per il consorzio di garanzia sono in corso, comunicheremo  i dettagli a tempo debito. Per ora la data sicura é quella dell’assemblea, convocata per il 19 dicembre, dopodiché sulla base della delibera verrà data una delega al consiglio. Il nostro obiettivo sarebbe quello di poter fare l’operazione il più velocemente possibile, anche perché il piano che il consiglio ha approvato prevede un’azione di derisking molto rapida che contiamo di poter fare in tranquillità. Questo perché avendo già fatto l’anno scorso un’importante cessione di crediti” deteriorati “con la Gacs ora abbiamo il know how in casa. La data quality degli npl è molto buona. Poi dipenderà dalle condizioni del mercato. Fiordi afferma poi che “il piano va oltre le problematiche di addendum Bce e dai nuovi indirizzi che eventualmente verranno dati. Gli obiettivi che ci siamo posti puntano a un coefficiente di Npl netti intorno al 4%, in linea con i migliori benchmark europei. Condivido in pieno la linea che l’Abi sta tenendo sul tema Npl: cioè di evitare che vengano poste regole anche in futuro troppo rigide. Vogliamo un Credito valtellinese completamente fuori da 10 anni di crisi e che possa affrontare il futuro in posizione forza“.