Il rinvio al 25 settembre dell’assemblea degli azionisti Mediobanca sposta ora l’attenzione di mercato e analisti su Monte Paschi di Siena, la cui Offerta Pubblica di Scambio (OPS) dovrebbe avere inizio tra poche settimane. La mossa di Piazzetta Cuccia sembra assumere i contorni di una resa, pur presumibilmente non definitiva. Un modo per il CEO Alberto Nagel di evitare la sfiducia dei soci alla contro-operazione intavolata nei mesi scorsi per reagire alla tentata scalata da parte della banca toscana. Da un conteggio informale era emerso, infatti, che il fronte contrario all’OPS lanciata su Banca Generali avrebbe avuto la meglio. Intorno al 40% del capitale l’avrebbe bocciata.
Obiettivo minimo e concambio a sconto
Ed è da questa percentuale che partirà l’OPS di Monte Paschi con l’obiettivo di arrivare ai due terzi del capitale. Un esito tutt’altro che scontato, tant’è che si guarda più realisticamente anche al 50% più un’azione. Per l’Unione Europea basterebbe anche il 35%, come ha evidenziato il via libera alla BPER per aggiudicarsi con tale percentuale il controllo della Popolare di Sondrio. Tuttavia, a Rocca Salimbeni serve conquistare la maggioranza assoluta per avvalersi del beneficio fiscale di 1,2 miliardi di euro tramite le “deferred tax assets”.
Chi sono gli azionisti disposti ad aderire all’OPS di Monte Paschi. Partiamo dal 19,81% di Delfin (famiglia Del Vecchio), il quasi 10% di Francesco Gaetano Caltagirone, le casse previdenziali Enpals, Enasarco e Cassa Forense con il 5%, a cui si sarebbero aggiunti ultimamente il 2,2% di Benetton e l’1,9% di Unicredit. Per il momento, però, la proposta senese è valutata a sconto dal mercato.
Infatti, le azioni Monte Paschi quotano al momento a 6,97 euro e le azioni Mediobanca a 19,06 euro. Poiché il concambio avverrà a 2,533 azioni Monte Paschi per ogni 1 azione Mediobanca portata in adesione, nei fatti l’offerta pagherebbe il 7,5% in meno rispetto a quanto oggi la borsa valuti il titolo di Piazzetta Cuccia.
Prossime tappe in piena estate
Una differenza che vale attualmente 1,2 miliardi. A tanto dovrebbe ammontare il rilancio di Monte Paschi per pareggiare almeno la valutazione del mercato. Esso potrebbe avvenire migliorando il concambio a 2,73 con i prezzi odierni, oppure aggiungendo un pagamento cash. Non è neanche detto che tale rilancio vi sarà. Considerate che i due principali soci di Mediobanca sono anche soci di Monte Paschi e, quindi, venderanno indipendentemente dalla stretta valutazione finanziaria.
Quali saranno le prossime tappe? Entro fine mese dovrebbe arrivare il via libera dell’authority bancaria europea all’OPS di Monte Paschi. Ed entro i successivi cinque giorni si esprimerebbe la CONSOB. Se tutto andasse bene, già entro la prima decade di luglio gli azionisti di Mediobanca potrebbero portare il titolo posseduto in adesione. L’operazione verrebbe completata entro fine agosto. A quel punto, l’assemblea di Mediobanca a settembre non avrebbe più senso. Vuoi che la scalata abbia avuto successo o meno, la “passivity rule“ non opererebbe più.
OPS Monte Paschi per arrivare a Generali
Una volta che Monte Paschi arrivasse a controllare Mediobanca, ne manderebbe a casa il management.
Probabile che questi si farebbe da parte da solo per evitare l’esautoramento ufficiale. E da quel momento in avanti avrebbe anche il controllo di Generali, tramite il 13,20% posseduto da Piazzetta Cuccia, a cui si aggiungerebbero il 10,05% di Del Vecchio e il 6,90% di Caltagirone. C’è da dire, però, che il board è stato appena rinnovato e a vincere le elezioni all’assemblea di aprile è stata la lista del CDA voluta proprio da Mediobanca e che vede il CEO Philippe Donnet riconfermato per un quarto mandato fino al 2028.