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Oggi: 19 Dic, 2025

Eurobond UE dopo l’accordo sugli asset russi: perché sono tornati al centro

L'UE emetterà i cosiddetti eurobond a seguito dell'accordo di ieri sera per sostenere l'Ucraina. E il debito comune torna in agenda.
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Eurobond UE tornano sul tavolo
Eurobond UE tornano sul tavolo © Investireoggi.it

L’accordo di ieri sera tra i 27 capi di stato e di governo dell’Unione Europea (UE) per emettere eurobond a sostegno dell’Ucraina ha spostato l’attenzione verso il debito comune come soluzione per superare anche altre possibili impasse a Bruxelles. Sfumata l’ipotesi di mettere le mani sugli asset russi, che sembrava più una scorciatoia che un’azione convinta, l’area è ora costretta a fare i conti con ciò che vuole fare ed essere.

Eurobond in UE osteggiati dal Nord Europa

Gli eurobond in UE sono stati da sempre osteggiati dal Nord Europa più la Germania. Il loro governi temono di finire per pagare di più sulle emissioni di debito comune e non vogliono condividerne i rischi con un Sud Europa percepito come storicamente spendaccione.

Questi timori si sono allentati negli ultimissimi anni per via del pericolo ben più impellente rappresentato dalla Russia di Vladimir Putin, ai confini o nelle vicinanze di diversi frugali come la Finlandia, la Svezia e gli stati baltici.

Nell’UE gli eurobond non sono una novità. Vengono emessi da anni per finanziare il Next Generation EU, anche se allo stato attuale sono destinati a cessare con la fine di questo programma nel 2026. Furono ideati nel 2020, in piena pandemia, come risposta comune allo shock del Covid. Sono stati e ancora oggi restano percepiti come uno strumento momentaneo. Dopo ieri è probabile che saranno discussi anche in sede di riarmo o per finanziare investimenti strategici come sull’Intelligenza Artificiale e la transizione energetica.

Doppia vittoria per l’Italia

In un solo colpo, l’Italia ha portato a casa due risultati importanti a difesa dei suoi conti pubblici.

Ha evitato di prestare garanzie pubbliche sui 210 miliardi di asset russi che sarebbero stati sequestrati, una spada di Damocle da oltre una ventina di miliardi sul nostro già alto debito. E facendo tornare in agenda gli eurobond, i mercati potrebbero scontare lo spostamento dai bilanci nazionali a quello comunitario di voci di spesa future. Un piccolo segnale è forse giunto questa mattina con lo spread sceso ulteriormente sotto i 64 punti base o 0,64%.

Gli eurobond emessi dall’UE sgraverebbero le emissioni nazionali e da questo punto di vista possono contribuire a restringere gli spread anche nei prossimi mesi e anni. A patto, naturalmente, che si tratti di un’opzione concreta e non solo di una velleità di alcuni stati. D’altra parte, possono competere con i titoli di stato nazionali e finendo per fare pressione sui loro rendimenti nelle fasi di tensioni sui mercati finanziari, quando gli investitori vanno a caccia di safe asset. Ad oggi, i titoli emessi dalla Commissione sono percepiti tali solo in parte per via della loro natura transitoria.

Lo spread BTp-Bund potrebbe restringersi ancora

Questo è il motivo per cui l’Italia di Giorgia Meloni ha spinto in UE sugli eurobond, mentre la Germania si è opposta. Se ai mercati viene prospettata l’ipotesi che spese come il riarmo saranno finanziate da emissioni di debito comune, la pressione sui rendimenti nazionali si ridurrà.

Il beneficio sarebbe più che proporzionale per stati come il nostro particolarmente indebitati. C’è la possibilità che la convergenza con i Bund prosegua, cancellando del tutto e definitivamente la crisi emersa dopo il 2009 con i salvataggi internazionali di Grecia, Irlanda, Portogallo e banche spagnole.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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