Ivan Gazidis e Giorgio Furlani, precedente e attuale amministratore delegato del Milan, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Milano. L’accusa è di ostacolo all’attività di vigilanza della Federazione italiana giuoco calcio (Figc). L’ipotesi di reato riguarda la reale proprietà della società rossonera. Secondo i giudici inquirenti, sarebbe falso che Elliott non abbia più alcuna partecipazione e che RedBird sia unico proprietario dopo l’acquisizione del 31 agosto 2022. Oggetto delle indagini è il “vendor loan”, letteralmente “prestito del venditore”.

Contestato passaggio di proprietà tra Elliott e RedBird

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Vendor loan contestato dalla Procura

Prima di spiegare di cosa si tratti, c’è da registrare la presa di posizione ufficiale del Milan. Il club si dice “estraneo” al procedimento, essendo oggetto del contestato passaggio di proprietà. Insomma, come per dire che, quali che saranno i risvolti delle indagini, per esso non cambi nulla. Vedremo che le cose potrebbero mettersi diversamente. Lo stesso fondo Elliott Management ha definito “false” le accuse, facendo notare di non avere più alcuna partecipazione dalla data della cessione a RedBird di Gerry Cardinale.

Cos’è di preciso il vendor loan? Parliamo di un prestito erogato dal venditore all’acquirente di una partecipazione azionaria. Uno strumento diffuso nelle operazioni finanziarie che prevedono cessioni di quote societarie. In altri termini, chi vende è anche colui che presta denaro al proprio acquirente, con l’obiettivo di agevolare l’operazione e al contempo di realizzare un profitto.

Buona alternativa al prestito tradizionale

Perché ricorrere al vendor loan e non ad un prestito verso terzi? In genere, perché conviene dal punto di vista economico e dei tempi. Se Tizio deve comprare una partecipazione da Caio e ha bisogno di un prestito bancario, servirà tempo per ottenerlo e probabilmente gli saranno fissati tassi di interesse elevati. Con questo strumento, Caio vende subito la sua quota e Tizio può comprare a costi meno esosi.

Chiaramente, alla base del contratto vi è la fiducia del venditore che l’acquirente sarà in grado di restituire il prestito con tutti gli interessi.

Cosa viene contestato al Milan? La cessione avvenne nell’estate di due anni fa ad una valutazione che effettivamente sembrò a molti un po’ elevata, dati gli scarsi successi sportivi del club negli ultimi anni. Fu di 1,2 miliardi di euro. Tuttavia, 560 milioni furono pagati sotto forma di prestito erogato da Elliott a RedBird per un periodo di oltre tre anni e ad un tasso del 7%. In tutto, l’italo-americano dovrà restituire entro la fine del 2025 circa 609,4 milioni.

Per i giudici proprietà opaca

La Procura ha acquisito agli atti il recente schema di accordo proposto al fondo sovrano saudita Public Investment Fund (PIF). Esso prevede che RedBird scenda dal 100% al 58,2% nel caso in cui un terzo investitore entrasse con una quota del 41,7% del capitale, ricomprando l’80% del vendor loan per 487,5 milioni. Rimarrebbero da restituire ad Elliott 121,9 milioni per RedBird. Secondo gli inquirenti, le stesse nomine di Gordon Singer, Giorgio Furlani e Stefano Cocirio nel consiglio di amministrazione prima e, successivamente del secondo come Ad e del terzo come Cfo, sarebbero la prova che Elliott resti il vero proprietario del Milan.

Tuttavia, i contratti di vendor loan prevedono simili casi. Il venditore generalmente resta vincolato alla società ceduta attraverso l’impegno ad effettuare ulteriori investimenti e/o con uomini propri ai vertici. Un modo per garantire all’acquirente la solidità dell’asset ceduto. Né sembra che Cardinale si comporti da prestanome, dubbio più che legittimo ai tempi in cui Li Yonghong rilevò il Milan da Silvio Berlusconi. Ciò non toglie che l’indagine esista e che possa impattare negativamente sul club dal punto di vista dei risultati sportivi.

Possibili guai sportivi per il Milan

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Vendor loan, quali rischi per il Milan

Se fosse provato che dietro al Milan vi sia ancora Elliott e non RedBird – o almeno non solo – alla società potrebbe essere contestata la violazione dell’obbligo di lealtà sportiva. Per questi casi è prevista anche una penalizzazione di punti in classifica, oltre che un’ammenda di natura economica. Altro problema non meno rilevante riguarda le coppe europee. Poiché il Lille risulta controllato da Elliott, se anche il Milan lo fosse, le due squadre teoricamente non potrebbero partecipare entrambe agli stessi tornei. Il divieto è stabilito all’art.5 del regolamento Uefa. Tuttavia, c’è da dire che Milan e Lille si scontrarono direttamente quando il primo era ufficialmente in mano al fondo statunitense. Dunque, il caso sembrerebbe più dubbio di quanto si pensi.

La verità è che il vendor loan complica le cose in Casa Milan. Lo scorso esercizio si è chiuso con un bilancio risanato e tornato persino in attivo per 6,1 milioni. Ottimo il cammino in Champions League nell’anno passato con un piazzamento fino in semifinale, persa contro l’Inter. Per la stagione in corso è approdato già ai quarti di Europa League. L’obiettivo sarebbe di avanzare il più possibile nel torneo, mentre le probabilità di vincere il ventesimo scudetto appaiono bassissime. E’ in seconda posizione nella classifica di Serie A, ma a ben 16 punti dall’Inter. Ma alla Uefa non prenderebbero affatto bene l’opacità nelle transazioni proprietarie per la seconda volta in pochissimi anni. Dopo la cessione di Berlusconi nel 2017, sarebbe accertato così che non si abbia avuto più idea di chi controlli il club.

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