Sono ben 32mila le uova sequestrate dai Nas dopo i controlli effettuati a settembre, controlli che hanno portato anche nove aziende chiuse, 30mila tonnellate di mangimi non regolamentari, 101 violazioni amministrative e penali contestate e 7 operatori denunciati per il maltrattamento di animali e frode in commercio. Un bilancio pesante insomma (per un valore commerciale di circa 185 mila euro) che, ancora una volta, pone l’attenzione su quello che mangiamo e in particolare sul maltrattamento degli animali.

Galline ammassate e mangimi mal conservati

Dai controlli dei Nas, infatti, è emerso che sono stati trovati mangimi in cattivo stato di conservazione, sovraffollamento nella stabulazione degli animali, uova senza tracciabilità con “stampigliature fuorvianti, detenute in condizioni e ambienti non idonei, in alcuni casi in strutture abusive”.

Nove aziende di allevamento, lavorazione e logistica, sono state chiuse o sospese.

Nove aziende chiuse dopo il blitz

Molto importante, oltretutto, il fatto che durante le ispezioni siano stati eseguiti dei campioni di uova e derivati per controllare o meno la presenza di sostanze non consentite. Il riferimento, infatti, va all’uso di medicinali e insetticidi. “Gli esiti delle analisi di laboratorio finora pervenuti, pari al 30% dei reperti eseguiti nell’ambito del monitoraggio, non hanno evidenziato irregolarità” è emerso da una nota. In particolare, per quanto riguarda le uova sequestrate, si parla di alcuni lotti venduti con qualità diverse da quelle reali o senza tracciabilità o con etichette fuorvianti. I controlli, insomma, hanno evitato che questi prodotti venissero messi in commercio con rischi potenziali per la salute.

Come scrive La Nazione, i Nas di Firenze avrebbero scovato un allevamento di galline in provincia di Arezzo con quasi 20mila ammassate in spazi minuscoli, tanto che per i poveri animali era quasi impossibile muoversi.

In pochi avranno dimenticato il caos provocato dalle uova al fipronil durante l’estate 2017. In quel periodo i Carabinieri dei Nas rintracciarono migliaia di uova contaminate dal pericoloso insetticida  in allevamenti di galline ovaiole.

Un caso internazionale che portò alla ribalta la necessità di maggiori controlli nella filiera delle uova.

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