Due cattive notizie in due giorni per Robinhood, la piattaforma di trading online divenuta popolarissima quest’anno, particolarmente grazie ai mesi di “lockdown”. Mercoledì, le autorità del Massachussetts hanno presentato un esposto contro le tecniche di marketing utilizzate per attirare nuovi clienti, i quali non a caso sarebbero perlopiù giovani e giovanissimi. La società è stata accusata di rendere il trading online un espediente “ludico” (“gamification”). Ad esempio, quando il cliente effettua un’operazione, sullo screen dell’app piovono confetti colorati.

Sarebbe solo uno degli elementi che farebbero pensare che Robinhood abbia puntato esplicitamente a un pubblico di inesperti nel campo del trading, molti dei quali avrebbero accusato una sorta di dipendenza dopo essersi registrati.

E ieri, un’altra batosta e stavolta niente di meno che ad opera della Securities and Exchange Commission, la Consob americana, che ha comminato alla piattaforma una maxi-multa da 65 milioni di dollari, in relazione alla sua attività svolta tra il 2015 e il 2018. L’ente di vigilanza ha scoperto, infatti, che il messaggio lanciato da Robinhood ai suoi trader iscritti sull’assenza di commissioni e sulla esecuzione degli ordini ai prezzi migliori del mercato non sarebbe stato veritiero. Una delle caratteristiche salienti di questa piattaforma consiste, infatti, nel mancato caricamento delle commissioni sulle operazioni effettuate dal trader. Tuttavia, la SEC ha eccepito che nei fatti i ricavi per la società siano derivati dal business noto come “payment-for-order-flow”. In buona sostanza, il broker consentiva alle società di investimento di fare trading contro i suoi stessi clienti, in cambio delle commissioni. E, soprattutto, gli ordini non venivano inviati alle società di Wall Street che offrivano i migliori prezzi, bensì a coloro che offrivano a Robinhood i pagamenti più alti, società attive nel cosiddetto “High Frequency Trading”, il trading ad alta frequenza.

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La reazione di Robinhood alle accuse

Per dirla in maniera semplice, quando un cliente del sito voleva vendere o comprare un titolo, il suo ordine veniva trasmesso a società che acquistano grossi volumi di titoli in brevissimo tempo e che per questo sono disposte a pagare al committente (Robinhood, nel caso specifico) commissioni relativamente elevate, grazie al fatto di riuscire a spuntare prezzi migliori.

I traders non erano stati informati di tutto ciò e, anzi, a causa della pubblicità ingannevole della piattaforma a cui erano iscritti, pensavano che avrebbero effettuato le operazioni ai migliori prezzi di mercato o, comunque, ai prezzi offerti dalla concorrenza. Così non è stato.

La SEC ha stimato che nel periodo considerato, i clienti hanno perso qualcosa come 34,1 milioni di dollari per non essere stati in grado di effettuare gli ordini ai prezzi migliori, cifra comprensiva già dell’assenza delle commissioni. Una portavoce di Robinhood, tale Nora Chan, non ha riconosciuto le accuse delle autorità del Massachussetts, mentre il legale della società, Dan Gallagher, si è limitato a notare che i fatti per i quali è stata comminata la sanzione si riferiscono a pratiche passate e non attuali.

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Traders inesperti all’assalto di Wall Street

Robinhood è stata fondata nel 2013 e oggi conta 13 milioni di clienti registrati. L’investimento minimo iniziale richiesto è di 500 dollari. La piattaforma ha avuto il suo boom, anche di notorietà, quest’anno. Specie nei mesi del “lockdown”, milioni di nuovi adolescenti e giovanissimi americani e nel mondo, costretti a stare chiusi a casa, hanno trovato in questo sito di trading online il modo di passare il tempo. Chiaramente, parliamo di persone il più delle volte senza alcuna esperienza alle spalle in fatto di investimenti e senza nemmeno conoscenze basilari per operare con accortezza.

In altri termini, il sito è riuscito a fare breccia tra un pubblico variegato in cerca di svago, come se si trattasse di gaming. A Wall Street certe tecniche eterodosse non sono passate inosservate, come quella di segnalare agli iscritti il titolo del giorno. Su pressioni della stampa finanziaria, questo espediente è stato rimosso nei mesi scorsi, allorquando ci si è accorti che quotidianamente grossi volumi di capitali finivano inspiegabilmente su un asset, alimentando un’elevata volatilità dei prezzi.

A giugno, la tragedia. Uno studente americano di 20 anni si suicida dopo avere notato sul saldo del suo conto Robinhood un passivo per diverse centinaia di migliaia di dollari, frutto di opzioni complesse. Lascia un biglietto ai genitori, nel quale chiede scusa per avere rovinato così presto e senza una vera spiegazione il proprio futuro. E’ il segno che la società consenta a tutti di operare su tutto e senza limiti di esposizioni. Resta il fatto che si tratti di una realtà valutata ormai in quasi 12 miliardi di dollari e che quotidianamente dimostra di saper muovere flussi di denaro e prezzi, al pari degli “squali” di Wall Street. Non da ultimo, l’interesse verso i Bitcoin starebbe contribuendo a far schizzare le quotazioni della “criptovaluta” ai nuovi massimi storici.

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