Dal 1 gennaio il tragitto casa-ufficio per gli impiegati federali in Svizzera è considerato orario di lavoro. Si tratta di un grosso cambiamento per i travet che, se in accordo con i propri superiori, possono svolgere alcune mansioni durante il tragitto in treno o bus e contare il percorso come orario di lavoro. 

Che cosa cambia

La novità ha avuto origine dalla una modifica della direttiva «Lavoro mobile nell’Amministrazione federale» in cui si legge che il lavoro durante il viaggio per recarsi in ufficio a condizione che il tipo di lavoro e la durata ma anche le condizioni stesse del viaggio lo rendano possibile.

Nella sostanza se durante il tragitto casa-lavoro si risponde ad una chiamata dal superiore o ad una email o messaggi con indicazioni o solleciti, il tempo impiegato può essere contato nell’orario di lavoro, cosa che finora non era contemplata seppur concessa in via eccezionale in alcuni casi. Si tratta in ogni caso di una novità interessante considerando che in Svizzera molti dipendenti impiegano quasi 1 ora per andare a lavoro ogni mattina e quindi quel tempo può essere speso per lavorare e ottimizzarlo. 

Si va verso flessibilità

Anand Jagtap dell’Ufficio federale del personale aveva già fatto notare come«Una maggiore flessibilità nella forma del lavoro è un’esigenza dei nostri giorni», soprattutto se abbinata alle nuove tecnologie e la possibilità di poter svolgere il proprio lavoro ovunque. Non si tratta, comunque, di un provvedimento automatico ma facoltativo che deve essere approvato dai superiori che potranno autorizzare o meno i 38mila funzionari a contabilizzare il tempo di lavoro in treno o sul bus. 

Un fenomeno simile era stato contrastato in Francia dove ai dipendenti era stato confermato il permesso a non rispondere alle chiamate o messaggi di lavoro durante il tragitto verso casa o quello verso il lavoro.

In Svizzera, invece, le chiamate fuori lavoro saranno considerate orario di lavoro in modo da ridurre il tempo effettivo di permanenza in ufficio.

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