La sanità costa sempre più cara alle famiglie, che non di rado si sono indebitate per poter pagare le cure. Emerge dal VIII Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute, presentato a Roma in occasione del Welfare Day 2018. In base a questi dati, la sanità pagata di tasca propria pesa fino a 655 euro pro capite per quei nuclei familiari con redditi bassi, per una cifra che è arrivata a 40 miliardi di euro per cure, prestazioni, farmaci, visite specialistiche, analisi etc. Rispetto al 2013 la percentuale è salita di quasi il 10%.

Quando gli italiani si indebitano per pagare il dottore

In base ai dati del rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute e riportato anche da Il Sole 24 ore, emerge un quadro allarmante sul costo della sanità per le famiglie più povere, quelle che devono indebitarsi, 7 milioni che pagare cure e servizi sanitari sono costretti a far fronte a prestiti e 2,5 milioni che vendono casa. Si parla poi di 44 milioni di persone che hanno pagato una cifra media procapite di 655 euro per prestazioni sanitarie per intero o tramite ticket che nel corso degli anni rischia di diventare mille euro.

Nuovo Governo pronto al test

La sanità insomma viene percepita negativamente dal 54,7% degli italiani che pensano che non per tutti ci siano le stesse opportunità. E’ adesso il nuovo Governo del cambiamento a dover affrontare questa emergenza, si tratta di un test importante a cui viene dato spazio nel Welfare Day, dal titolo «La Salute è un diritto. Di tutti». Marco Vecchietti, amministratore delegato di Rbm Assicurazione Salute ha spiegato il rapporto con queste parole:  “Attraverso la disponibilità per tutti di una polizza sanitaria o di un Fondo sanitario integrativo, si potrebbe realizzare un affidamento in gestione della spesa sanitaria privata ad un sistema a governance pubblica e a gestione privata. In termini economici, questa impostazione potrebbe consentire di dimezzare la spesa delle famiglie di circa 20 miliardi rispetto ai 40 attuali, abbattendo i costi medi pro capite di tasca propria di quasi 340 euro”.

Si fa riferimento ad una spesa sanitaria privata in un sistema strutturato tramite fondi e polizze ma anche come spiega ancora Vecchietti “attraverso una riorganizzazione dell’attuale sistema delle detrazioni sanitarie, si potrebbe finanziare completamente un sistema di defiscalizzazione in grado di supportare l’adesione di larghe fasce della popolazione a forme di sanità integrativa”.

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