Lo skill mismatch ha ridotto la produttività del 6%. Per chi non lo sapesse lo skill mismatch è la discrepanza tra le competenze richieste dalle aziende e quelle effettivamente possedute dai lavoratori. In un mercato del lavoro che cambia, che si adatta all’Ai e alla rivoluzione digitale, questo fenomeno sembra rappresentare davvero una tassa occulta che avrebbe ridotto la produttività.

Competenze mancanti

Secondo il report di Boston Consulting Group “Fixing the Global Skills Mismatch”, lo skill mismatch riguarderebbe in tutto il mondo 1,3 miliardi di persone.

Un numero impressionante e in aumento, visto che entro il 2030 dovrebbe crescere fino a 1,4 miliardi. Il discorso è sempre legato al mutamento del mercato del lavoro: in pochi anni nasceranno professioni che oggi neppure esistono, altre diventeranno praticamente inutili e nessun tipo di formazione sembra in grado di poter colmare questo vuoto. Vien da sè che molti lavoratori non possiedono le competenze richieste dalle aziende, ecco perché molto spesso le imprese faticano a trovare personale. Nel report si fa notare che “i datori di lavoro non riescono a trovare personale con le competenze necessarie per un determinato settore o in un determinato luogo. Per questo finiscono con l’assumere persone troppo o troppo poco qualificate: entrambe soluzioni inefficienti, che bloccano le persone e le aziende nella cosiddetta ‘qualification trap’”.

Le conseguenze dello skill mismatch

In sostanza quando un’azienda non trova il candidato ideale con le competenze richieste è costretta ad assumere, alla fine, persone che non hanno queste competenze e deve spendere molti soldi per formarle. Chi cerca lavoro, invece, accetta qualsiasi mansione pur di avere uno stipendio e molto spesso anche inferiore alle proprie aspettative. In base al report, quindi, questo fenomeno “crea l’illusione di un mercato del lavoro funzionante, che porta stabilità economica e sociale.”

Molto spesso, quando l’azienda è obbligata ad assumere un lavoratore non qualificato per quella data mansione, il dipendente sarà meno produttivo e l’azienda quindi si ritroverà a dover sborsare denaro per sopperire a questa mancanza.

D’altro canto il discorso si può anche girare a favore di quei dipendenti troppo qualificati per alcuni impieghi che saranno comunque insoddisfatti e chiederanno sempre di più. Nella sostanza lo skill mismatch si traduce in un aumento delle disparità tra le economie globali.

Il fenomeno sembra più marcato in alcuni paesi e meno in altri, come i Paesi del Nord Europa. In linea generale un modo per superarlo è investire in percorsi formativi individuali e non più tramite una formazione incentrata sulle vedute del datore di lavoro e basata su standard che guardano al mantenimento della stessa posizione per tutta la vita. In sostanza, si dovrà più guardare all’individualità e alla richiesta del mercato, dunque a competenze adattabili.

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