Ormai è risaputo che il lockdown non solo ha cambiato le abitudini delle persone ma ha spinto molte catene di negozi ad investire maggiormente nell’e-commerce. Esempi lampanti sono quelli di Zara e H&M, che hanno deciso di chiudere dei negozi per sfruttare maggiormente la piattaforma di shopping online e fare delle integrazioni con i punti vendita fisici. 

Il caso Primark

Ma se i casi di alcune catene low cost sembra insegnare che il futuro è il commercio online o l’integrazione di nuove tecnologie per sfruttare il potenziale dell’e-commerce abbinato ai negozi fisici, ci sono alcune aziende che invece guardano con fiducia al commercio classico.

E’ il caso di Primark, la catena low cost irlandese, che invece continua a puntare sui negozi fisici, tanto che alla riapertura dei punti vendita lunghe file si sono formate per entrare. Primark possiede in totale 373 punti vendita, in Italia conta già gli store ad Arese, Rozzano e ora dovrebbe anche aprire quello di Via Torino a Milano. Rispetto alle altre catene insomma, che guardano al commercio online, Primark vuole sfidare ancora il commercio nei negozi fisici anche perché il suo modello di business è strettamente legato a questo concetto e non a quello online.

Prezzi ultra bassi

Il motivo è presto detto, i prezzi proposti da Primark sono estremamente bassi, si trovano magliette anche a 2 sterline; secondo un report di Abf, questo è possibile riducendo i costi pubblicitari “utilizzando al massimo le economie di scala tramite l’acquisto di grandi quantità di capi e adoperando un sistema di logistica efficiente” come riporta anche Business Insider. 

In sostanza vendere online potrebbe costare di più alla catena perché tra spese di stoccaggio, marketing, spedizione, distribuzione, customer service e via dicendo, Primark potrebbe andrebbe a perdere per ogni cliente che fa un acquisto online fino a 2 sterline. Si è ad esempio ipotizzato che per un ordine di 33,30 sterline l’azienda ne perderebbe 2,10.

In sostanza con i prezzi proposti da Primark, conviene andare a comprare nel negozio piuttosto che fare ordini su internet, anzi la fuga dei competitor che chiuderanno negozi fisici per puntare all’online daranno una spinta ulteriore.

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