A Kreuzberg, Berlino, si è tenuto nel fine settimana appena trascorso il congresso dell’Fdp, il Partito liberale del ministro delle Finanze, Christian Lindner. E il clima era abbastanza mesto. La formazione rischia di scomparire alle prossime elezioni federali. Deve sperare che la Corte Costituzionale dichiari illegittimo lo sbarramento del 5%, altrimenti c’è il serio rischio che l’Fdp non entri al Bundestag. Già era accaduto nel 2013, costringendo l’allora cancelliera Angela Merkel a stringere una nuova alleanza con i socialdemocratici per poter governare.

Bisogna inventarsi qualcosa con i sondaggi che danno il partito anche sotto il 5%. E Lindner punta gran parte del suo consenso sulla riforma delle pensioni.

Lo schiaffo a Lindner con il bilancio truccato

Il ministro è da mesi nella bufera dopo che la Corte dei Conti ha dichiarato illegittimo il bilancio federale, dal quale sono state scorporate voci di spesa per 869 miliardi di euro con l’istituzione di 29 “veicoli speciali”. Brutto colpo per un leader che si era presentato come il garante della stabilità dei conti pubblici. Al congresso si è presentato con un manifesto in 12 punti concentrati essenzialmente sulla crescita. Lindner lo ha spiegato bene: “nel 2018 eravamo al sesto posto nella classifica sulla competitività mondiale, oggi siamo al 22-esimo”. Serve una “svolta” per invertire la rotta.

Riforma pensioni, la proposta della pensione azionaria legale

Tra le proposte lanciate c’è la riforma delle pensioni. E qui si tratta di misure già note e di idee in parte rivoluzionarie. Lindner chiede ai partner della coalizione “semaforo”, così chiamata per via dei colori dei tre partiti facenti parte, di eliminare la possibilità per i lavoratori di andare in pensione già a 63 anni di età. E poi c’è la pensione azionaria legale: ogni lavoratore dovrà versare il 2% del suo reddito lordo a un fondo per gli investimenti azionari. In cambio, pagherà il 2% di contributi in meno alla Deutsche Rentenversicherung, l’Inps tedesca.

Nella proposta dei liberali, i contributi resterebbero complessivamente inalterati. Tuttavia, i futuri pensionati beneficerebbero dell’aumento tendenziale del mercato azionario nel lungo periodo. Ad avvantaggiarsene, spiegano, sarebbero particolarmente i redditi più bassi, quelli che solitamente non hanno accesso agli investimenti azionari. Il costo dell’operazione è inizialmente stimato in 20 miliardi di euro, meno dello 0,50% del Pil. Infatti, alle casse previdenziali arriverebbero minori contributi. Soldi che per l’Fdp si troverebbero anche con il taglio dei sussidi del 30%. Obiettivo: uscire dalla crisi. La Germania, spiega Lindner, è passata dalla prospettiva di crescere in media al 2% all’anno allo 0,5%.

Germania in crisi e politicamente debole

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il Pil tedesco quest’anno salirà solo dello 0,2% dopo il -0,3% accusato nel 2023. Le cause sono note: gas più caro per produrre e mercati di accesso per le proprie merci minacciati dalle tensioni geopolitiche. La coalizione “semaforo”, retta anche da socialdemocratici e Verdi, è la più debole dai tempi di Weimar. I tre partiti che la sorreggono sono divisi su tutto e la riforma delle pensioni rischia di rinfocolare le tensioni. Il cancelliere Olaf Scholz non può perdere l’appoggio dei sindacati, anche perché la sua Spd viaggia su cifre catastrofiche nei consensi.

L’esito delle elezioni europee determinerà probabilmente il destino della legislatura, in scadenza naturale nel settembre del 2025. Se l’Fdp dovesse scendere al 5% o sotto, probabile che Lindner decida di avviare una “exit strategy” per portarsi fuori dalla maggioranza. Alle elezioni del 2021 aveva ottenuto l’11,4%. Il problema è capire se la mossa gli porterebbe un qualche vantaggio. Potrebbe essere additato dagli altri partiti di avere provocato instabilità politica e pagare ancora di più alle urne. D’altra parte, non si vede come il tema della riforma delle pensioni possa portargli consensi. Al contrario, l’idea della pensione azionaria, per quanto affascinante e seria, non sembra di portata popolare.

Riforma pensioni per far cadere il governo Scholz?

L’Fdp è nettamente sopra il 5% nei Laender occidentali, mentre viaggia decisamente sotto tale soglia in quelli orientali. In pratica, presenta caratteristiche simile alla vecchia Lega Nord in Italia. Non può essere altrimenti per un partito pro-business, votato dal ceto medio e imprenditoriale, cioè nelle aree economicamente più vivaci della Germania. Per questo il suo leader ha attaccato la presidente della Commissione europea. “La causa dell’eccesso di burocrazia ha un nome: Ursula (von der Leyen, ndr)”. E Scholz guarda con apprensione alla svolta invocata dal suo ministro. Sa che non può permettersela, che con ogni probabilità si tratta di un espediente per giustificare la manovra di sganciamento dal governo dopo le europee. Riforma delle pensioni come cavallo di Troia per arrivare al “redde rationem”.

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