Bersani chiede a Renzi di modificare l’Italicum La minoranza dem prova a incidere sul dibattito intorno alle riforme istituzionali, in attesa del referendum costituzionale di ottobre. E lo fa con una richiesta di modifica dell’Italicum, la legge elettorale approvata in via definitiva dal Parlamento e che scatterebbe dal luglio di quest’anno, legata proprio al riassetto delle Camere. L’ex segretario del PD, Pierluigi Bersani, chiede al premier Matteo Renzi di riformulare la legge, introducendo al posto del ballottaggio nazionale per l’assegnazione del premio di maggioranza il doppio turno nei singoli collegi.

Una proposta non nuova per la sinistra, ma che era legata al sistema uninominale. In questo caso, invece, il ballottaggio nei collegi avverrebbe all’interno di un sistema proporzionale, al quale accederebbero evidentemente i primi due partiti che hanno preso più voti (nel collegio) al primo turno, i quali correrebbero per spartirsi il premio di maggioranza assegnato su base locale.

Riforma Italicum proposta da Bersani

Un’ipotesi, che potrebbe persino non dispiacere a Palazzo Chigi, dato che da mesi i sondaggi segnalano che proprio con l’attuale legge elettorale, il PD potrebbe essere battuto al secondo turno dal Movimento 5 Stelle. Un sistema di ballottaggi tarati sui collegi potrebbe rimescolare le carte, anche se l’esito potrebbe essere meno scontato di quanto appaia. A quel punto, la corsa sarebbe non più a due, bensì a tre, perché in gioco vi sarebbe certamente anche il centro-destra, specie nelle aree in cui la coalizione appare più forte, come nel Nord. Difficile, però, che Renzi dia ascolto alle richieste del suo oppositore interno, il quale gli consiglia di affrontare con meno “leggerezza” il tema delle riforme e giudica un errore la minaccia di dimissioni per il caso di vittoria dei “no” al referendum.

Tenuto conto che Bersani e soci desiderano sopra ogni altra cosa che il premier venga sostituito il prima possibile da qualsivoglia altra figura, la proposta di riforma dell’Italicum nasconderà qualche insidia?      

Sconfitta PD sarebbe la soluzione desiderata da Bersani & Co

I ballottaggi nei singoli collegi non porterebbero automaticamente alla maggioranza assoluta dei seggi nelle mani di un singolo partito. Per ipotesi, il PD potrebbe vincere in un terzo dei collegi, l’M5S in un altro terzo e il centro-destra in un altro terzo ancora. Risultato: nessuno avrebbe la maggioranza per governare da solo. Dunque, la minoranza dem si augura che il PD renziano non sia nelle condizioni di conquistare la maggioranza assoluta alla Camera, cosa che si tradurrebbe per essa in una fine politica assai verosimile, in quanto sancirebbe lo strapotere definitivo del premier sul partito. Per farla breve, Bersani e i suoi pochi e pavidi compagni di brigata anti-Renzi si augurano che il PD perda alle prossime elezioni politiche. Sarebbe più semplice affrontare di petto la situazione e sfiduciare il governo, magari non votando la fiducia a un qualche provvedimento. Ma nel paese dei Don Abbondio, “se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare”. Eppure, qualche chance di successo la proposta di Bersani ce l’ha, se sono veri i rumors, secondo i quali la Consulta boccerà a pochi giorni dal referendum costituzionale la legge elettorale sia sul nodo preferenze, sia sull’assegnazione del premio di maggioranza. A quel punto, non solo Renzi rischia di perdere anche il test sulle riforme, ma di trovarsi costretto a cambiare in fretta e in furia l’Italicum. Meglio pensarci prima dei giudici, anticiparli e trattare qualche modifica. Già, ma con Bersani?