La scorsa settimana, sui mercati forex il rublo è precipitato fin quasi del 20% rispetto ai massimi che aveva toccato solamente martedì. Quel giorno, il cambio contro il dollaro si era portato in area 56, un livello che non vedeva da inizio 2018. Tuttavia, concludeva l’ottava sopra 66. Un tracollo che si spiega con l’intervento della Banca di Russia, che nella giornata di giovedì riuniva il board in seduta straordinaria per annunciare il terzo taglio dei tassi consecutivo. Il costo del denaro è stato abbassato all’11% dal 14% precedente.

Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, i tassi erano stati alzati dal governatore Elvira Nabiullina dal 9,5% al 20%.

La Russia allenta i controlli sui capitali

Il taglio dei tassi ha affievolito il rublo. Più i tassi d’interesse sono alti, più conviene ai russi tenere il proprio denaro depositato in banca in valuta locale. In questo modo, di cambio si rafforza. Non a caso, la Banca di Russia ha voluto ridurre tale convenienza, così da indebolire il cambio. Perché? Un rublo troppo forte riduce la quantità di valuta locale incassata con le esportazioni di materie prime. Ad esempio, se Gazprom esporta un barile di petrolio a 110 dollari e il cambio si attesta a 55, una volta che convertirà il ricavato, avrà in cassa 6.050 rubli. Se il cambio fosse di 75, invece, avrebbe in cassa 8.250 rubli.

Poiché le tasse le paga sulla base dei rubli incassati, conviene anche allo stato che il cambio non si rafforzi eccessivamente. Tuttavia, il solo taglio dei tassi non giustifica il deprezzamento della settimana scorsa. L’istituto ha anche tagliato da 80% a 50% la percentuale di ricavi maturati all’estero che le aziende esportatrici devono convertire in rubli. In pratica, Nabiullina ha voluto segnalare una minore domanda di valuta locale per i prossimi mesi. Infine, giorni prima aveva allentato un’altra misura adottata per controllare i capitali: i cittadini privati russi potranno acquistare fino a 50.000 dollari al mese dai 10.000 dollari al massimo imposti alla fine di febbraio.

In questo caso, a crescere è la domanda di valuta straniera.

Quale cambio per il rublo

Per concludere, poi, è venuta meno la corsa a convertire le riserve valutarie in rubli da parte delle aziende in previsione delle scadenze fiscali di fine maggio. Ieri, però, il cambio tra rublo e dollaro tornava a rafforzarsi sotto 61,50. Dunque, sembra che il trend negativo sia già passato. A quale tasso di cambio la Banca di Russia vorrebbe stabilizzare il rublo contro il dollaro? Probabile nel range 60-65. A questi livelli, infatti, le vendite di petrolio farebbero incassare il 20% in più rispetto allo scorso anno, tenuto conto dei tassi di cambio e delle quotazioni del greggio medi nel 2021. Sarebbe un buon aumento per tenere i conti pubblici al riparo dalle tensioni belliche.

Inoltre, con un rublo a quota 62-63 si avrebbe un apprezzamento del 14-15% su base annua per le prossime settimane. E ciò contribuirebbe ad allentare la morsa dell’inflazione, che in aprile ha sfiorato il 18%. Va detto, comunque, che le importazioni dall’Occidente sono ridotte dall’embargo, oltre che dal prevedibile calo dei consumi interni. E questo gioca a favore del rublo, perché fa lievitare l’avanzo commerciale russo.

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