Sulla piattaforma Rousseau, il M5S sta costruendo con i propri iscritti il programma elettorale che sarà presentato agli italiani per le prossime elezioni. Le consultazioni online muovono solitamente da alcuni punti e poi si dà avvio alle votazioni. Negli ultimi giorni si è dato avvio al percorso che dovrebbe portare alla definizione della strategia da mettere in campo su quello che viene definito il più grande fallimento dei partiti, la gestione dell’emergenza migranti. L’obiettivo è chiarito sin da subito: nell’arco di cinque anni, non dovrà esserci più alcuno sbarco.

Ma vediamo nello specifico quali sono i punti in discussione, anche perché è dall’impostazione del problema che si può comprenderne anche le strade per la soluzione.

Ecco – Emergenza migranti: come (e perché) la Francia di Macron ‘aiuta’ i profughi ad arrivare in Italia.

Il programma immigrazione del M5S: iniziano le consultazioni online – i punti in discussione

Il primo nodo da sciogliere, secondo quanto predisposto per la discussione del programma immigrazione da parte del M5S, riguarda le vie legali d’accesso: “serve un embargo alla vendita di armi ai Paesi in guerra civile, la fine dello sfruttamento dei Paesi terzi, una vera cooperazione internazionale e di sviluppo dei Paesi di origine” ed è soltanto con “vie legali e sicure di accesso all’Unione europea (che) diminuirebbero le traversate in mare, la pressione dei flussi sulle frontiere esterne e si contrasterebbe il traffico di esseri umani”.

Il secondo nodo riguarda, invece, il ‘ricollocamento’ dei migranti che giungono in Italia mediante la “revisione del Regolamento di Dublino III che assegna gli oneri maggiori relativi all’esame delle domande di asilo e alle misure di accoglienza al primo Paese d’ingresso dell’Unione Europea”.

Il terzo nodo concerne l’organizzazione delle commissioni territoriali di verifica delle domande d’asilo: “i rimpatri devono avvenire nel più breve tempo possibile: occorrono accordi bilaterali stipulati con i Paesi terzi e il rafforzamento dei programmi di rimpatrio volontario assistito per i migranti che provengono dai quei Paesi in cui non sono stati ancora siglati accordi bilaterali”.

Infine, la cooperazione internazionale mediante piani di sviluppo per ‘aiutarli a casa loro’, in maniera reale e non soltanto come ‘slogan’.