L’economia viaggia veloce, non ha tempo di fermarsi. Oggi, una transazione online avviene in un secondo. Anche il pagamento tramite bonifico si sta allineando al nuovo modo di correre. Per questo motivo si sente parlare sempre più spesso di turbocapitalismo, concetto che ha al suo interno ogni parola chiave sufficiente per spiegarne origini e cause. I figli della nuova era lavorativa ed economica vengono sempre più spesso ribattezzati come schiavi 2.0, per sottolineare l’attuale momento storico che un’intera generazione sta attraversando, e con lei molto probabilmente quella futura, incapace di stare dietro al ritmo infernale della nuova economia.

Mestieri da schiavi

Un’interessante classifica stilata da La Stampa mette in evidenza quelli che sono i mestieri da schiavi nell’era del turbocapitalismo. Si inizia con un refrain paradossale al tempo di internet e adsl sempre più veloci, quello riguardante i braccianti agricoli, il cui stipendio è – per usare un eufemismo – variabile, in quanto cambia da provincia a provincia. Ci sono poi i fattorini in bici, quelli che vediamo con annesso scatolone sulla schiena, intenti in una delle loro consegne di giornata. Spesso e volentieri sono senza tutela né diritti, lavorano a cottimo e se gli va bene sbarcano a fatica il lunario. A patto che non cadano dalla bici o non gli si rompi mentre sono in strada. Se tutte le cose funzionano a dovere, ma non sempre è così, la paga raggiunge circa 7 euro l’ora.

Non va meglio a chi appartiene ad uno dei tanti team delle moderne Gig Economy, come ad esempio Deliveroo, di cui abbiamo parlato stamani per la protesta avvenuta a Milano venerdì scorso. Il quotidiano torinese riporta la testimonianza di Enrico, anche lui un “pedalatore”, che dice di avere un contratto da collaboratore pari a 5.000 euro all’anno e di guadagna 5,60 euro l’ora più un incentivo di 1,20 euro per ogni consegna.

Tutto quanto lordo. Enrico sostiene anche che la partita Iva non rimane altro che un sogno.

Rientrano nella speciale classifica anche i postini dei tempi moderni. Luca è in subappalto in Veneto per un operatore privato. Per ogni busta consegnata guadagna dai 5 agli 8 centesimi, nonostante nella busta paga risulta essere pagato ad ore. A fine mese, lo stipendio non supera i 600 euro, per un totale di 15.000 buste consegnate. Francesca invece è un’operaia agricola. Per 6 ore lavorative guadagna 28 euro euro al giorno, meno di 5 all’ora.  E i casi potrebbero continuare: ci sono anche i camerieri nel settore catering e gli educatori in subappalto dai servizi sociali tra i mestieri meno pagati e se è vero che nel nostro paese tendiamo sempre a lamentarci del lavoro in genere e della fatica ad esso collegata è anche vero che lavorare per pochi spiccioli e senza nessun tipo di tutela fotografa bene la situazione ingombrante del nostro paese quando si parla di lavoro e diritti.

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