Si attendono gli accordi definitivi sulla mobilità scuola 2017: la UIL preme ancora affinché si trovi una soluzione politica sul nodo della chiamata diretta, ma il nuovo andamento del governo Gentiloni vuole essere di apertura ai sindacati e non di chiusura. È probabile, dunque, che si arrivi a un accordo ‘gentile’ che non scontenti nessuno. Nessuno, tranne ovviamente i vincitori del concorso scuola 2016 che vedranno ancora una volta ridotta la quantità di cattedre disponibili per l’assunzione. Ed è proprio di mobilità e assunzioni che vogliamo parlare: una lettera di un docente (ringraziamo per la pubblicazione OS) racconta come l’assunzione possa essere un incubo.

Con un ringraziamento speciale a Renzi e al PD per il grande ‘imbroglio’ del piano di immissioni in ruolo 2016/2017.

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‘Grazie Renzi e grazie PD’: mobilità, assunzioni, meridionalismo e tradimento della didattica

Si tratta di un problema di comunicazione, questo è il punto di partenza della nostra riflessione. Come raccontare all’Italia l’inganno del piano di assunzioni 2016/2017? Come effettuare una narrazione chiara all’interno di un mondo procedurale complesso e articolato all’inverosimile? È facile, sentenza l’estensore della lettera, chiamare piagnucoloni i docenti che sono stati trasferiti al Nord, facilissimo: anche quando, carte alla mano (ed è stato dimostrato in più di un caso), i docenti sono stati spostati nonostante il posto ‘vicino casa’ ci fosse. Davvero? potrebbe chiedere qualcuno.

Sì, perché anche quest’anno le supplenze sono state più di 100mila (in linea con i dati di ogni anno) e le supplenze consentono un risparmio all’amministrazione pubblica assolutamente importante. In più, c’è anche una questione geografica e didattica: quella geografica riguarda il Sud, del quale non ci si interessa, non interessa se ci sia o meno continuità didattica, se siano presenti gli stessi docenti anno dopo anno, mentre la medesima situazione creerebbe scalpore al Nord; quella didattica, invece, riguarda l’utilizzazione dei docenti nel potenziamento, cioè senza possibilità, di fatto, di insegnare le proprie materia, senza dignità, utilizzati come tappabuchi e a riempire attività ‘inutili’.

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L’assunzione può essere un incubo e il futuro della scuola non è roseo, tra mobilità 2017 e scontro tra docenti

E così, l’assunzione può diventare un incubo su tutti i fronti. Al di là della mobilità o di altre questioni, il docente racconta la propria esperienza (comune a molti colleghi): innanzitutto, trasferirsi lontano da casa, quando si è neolaureati ha un peso, quando si hanno molti più anni (anche cinquanta) e si ha famiglia (giustamente) può diventare un incubo – ma sono piagnistei, come dicono Matteo Renzi e i governanti; in secondo luogo, perdere famiglia e affetti per fare un lavoro che si è scelto con passione e poi trovarsi a fare il tappabuchi nella più grande e inutile invenzione della ‘Buona Scuola’, il potenziamento: docenti di lettere che dovrebbero potenziare in matematica e amenità del genere – chi racconterà mai questa verità e la renderà chiara a tutti?

L’incubo è stato duplice per la maggior parte degli assunti meridionali: abbandonare figli e famiglia per vedere il proprio lavoro tradito. Sì, lo stipendio: 1300 euro per mantenersi da soli al Nord è una cifra che permette uno stile di vita che rasenta la povertà relativa. Una vita di studio per finire all’interno di un incubo senza fine. La speranza è nella mobilità 2017, a discapito ovviamente di altre categorie di docenti: divide et impera e sindacati confederali conniventi – il futuro della scuola italiana non è mai stato più nero.