L’Italia è ancora distante dall’obiettivo sul lavoro di Europa 2020. Inizia così il rapporto di Openpolis sul lavoro in Italia e in Ue che conferma la situazione italiana non di certo brillante per quanto riguarda il mercato del lavoro. Siamo infatti tra gli ultimi posti al contrario della Germania che si trova sopra di ben 17 punti percentuali. Il report si focalizza sugli obiettivi del consiglio europeo di stabilire dei precisi obiettivi entro il 2020 come “l’aumento dell’occupazione , la lotta al cambiamento climatico, la promozione di istruzione e ricerca al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale” e più nello specifico “il conseguimento di un tasso di occupazione del 75% della popolazione tra i 20 e i 64 anni”.

I dati

Dal rapporto emerge che il livello italiano è tornato a quello del 2008 ma è aumentata la percentuale di occupati a rischio povertà e lavoratori con contratti a termine. I più colpiti dalla crisi sono giovani e donne, la fascia con più difficoltà ad accedere al mercato del lavoro. Altri dati oggetto del report riguardano il gap tra i tassi di occupazione femminile e maschile e il numero di Neet, giovani che non lavorano e non studiano; solo nel 2018 erano il 23,4%.Particolare è la situazione del Sud Italia con una retrocessione rispetto al Nord.

La situazione italiana

A livello europeo, la percentuale di occupati nel 2017 era del 72,2% tra i 20 e i 64 anni ma esistono forti disparità da paese a paese. La situazione italiana appare drammatica guardando agli altri paesi europei considerati. Il nostro paese ha il tasso di occupazione più basso dopo quello della Grecia e si trova ben lontana dai vertici di Svezia, Germania, Estonia, Repubblica Ceca, Regno Unito e Olanda. Tra le prime dieci anche Austria, Danimarca, Lituania e Lettonia. Agli ultimi posti, insieme all’Italia anche Grecia, Spagna, Croazia, Romania e Belgio.

L’Italia è anche il paese che ha il punteggio più basso rispetto al target fissato nel 2020 ossia i punti di distanza tra il tasso di occupazione 2017 e i target nazionali 2020 nei paesi Ue.

Peggio di noi solo Spagna e Grecia. Ai primi posti Irlanda, Lituania e Repubblica Ceca che hanno il miglior punteggio.

Il tasso di occupazione in Italia si è ridotto fino al livello peggiore del 2013 con un aumento che nel 2018 è tornato ai livelli del 2008 ma ancora lontano dal target fissato. È ancora alto il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà e guadagnano meno del 60% del reddito mediano nazionale. L’Italia si trova infatti al quinto posto per il tasso di occupati a rischio povertà. Peggio di noi Spagna, Grecia, Romania e Lussemburgo. Il nostro paese conquista invece la sesta posizione per quanto riguarda la percentuale di lavoratori a tempo determinato mentre a livello regionale la percentuale di occupati è più alta in assoluto nella provincia di Bolzano, Emilia Romagna e provincia di Trento. Ultimi posti per Calabria, Campania e Sicilia.

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