L’oro è sceso dai massimi storici toccati nel mese di dicembre a 2.100 dollari l’oncia, ma rimane sempre nei paraggi. Ieri, la quotazione internazionale si aggirava intorno ai 2.025 dollari. Eppure può accadere che nel 2024 diventi più conveniente investire in argento. Questo metallo raggiunse il prezzo record nel marzo del 2011 a più di 45 dollari, mentre ieri si attesta in area 22,35 dollari. Risulta in calo, così come l’oro, rispetto ai livelli di apertura di inizio anno. E si trova praticamente agli stessi livelli di dodici mesi fa.

Gli analisti seguono il gold-to-silver ratio per capire se sia il momento o meno di investire in argento. Si tratta del rapporto tra i prezzi tra i due metalli preziosi. La media storica si aggira intorno a 80. E’ stata di poco superiore a 78 nell’ultimo decennio. Attualmente, il rapporto è salito a 91. Significa che per comprare un’oncia di oro servono 91 once di argento. In genere, il segnale di acquisto o “buy” scatta quando si sale sopra 80. In teoria, sarebbe il momento di guardare al silver.

Oro e argento a confronto

A coloro che non sono addentrati nella materia può sembrare che oro e argento siano equivalenti in termini di investimento. Non è così per varie ragioni. Una è pratica. L’argento vale molto di meno dell’oro, per cui investirvi un capitale richiede l’acquisto di un quantitativo molto maggiore. E i costi associati all’operazione aumentano considerevolmente. Pensate se voleste impiegare la cifra di 50.000 euro. Vi basterebbero circa 825 grammi di oro per farlo. In alternativa, dovreste comprare 75 kg di argento. Dove mettereste tutto questo metallo? Le cassette di sicurezza in banca costano, altrimenti dovreste assicurarvi contro il rischio di furto in casa, ammesso che aveste lo spazio per tenere tanta roba.

In altre parole, investire in argento è molto meno pratico. E a differenza dell’oro, gran parte della domanda deriva da impieghi industriali.

Negli ultimi anni, l’uso per la costruzione di pannelli fotovoltaici e batterie per auto elettriche ne sta sostenendo i consumi. In prospettiva, il business diventerà ancora più interessante. Per questa ragione, però, oro e argento si muovono tendenzialmente contrastati. Il primo è comprato perlopiù per proteggersi dai rischi di inflazione, geopolitici e nelle crisi dell’economia. Il secondo quando il ciclo economico si mostra espansivo, dato che la produzione industriale tende a crescere.

Domanda di argento altissima nel 2024

Il fatto che il rapporto oro-argento sia così alto accende la spia sullo stato dell’economia mondiale. Il mercato si mostrerebbe relativamente pessimista per il breve periodo, fatto salvo che entrambi i metalli vadano male quando i tassi di interesse salgono. Viceversa, vanno bene quando i tassi scendono. Per quest’anno la società di consulenza Metals Focus stima in 1,2 miliardi di once la domanda globale di argento, il secondo dato più alto di sempre. Di questi, 690 milioni di once (+4%) arriverebbero dalla domanda industriale, mentre la gioielleria salirebbe del 6%. Gli investimenti in argento, invece, scenderebbero del 6%.

Ma allora investire in argento quest’anno avrebbe o meno senso? Dipende da quale pensiamo che sarà la condizione dell’economia globale. Gli Stati Uniti restano in crescita, il resto del mondo ristagna o rischia la recessione. Germania e Cina preoccupano. Le tensioni in Medio Oriente da un lato avvantaggiano gli investimenti in oro, dall’altro colpiscono i commerci e, quindi, la produzione mondiale, sfavorendo gli investimenti in argento.

Investire in argento con le elezioni USA alle porte?

Se il “gold-to-silver ratio” si riportasse entro il medio periodo alla sua media storica e le quotazioni auree restassero invariate, il prezzo dell’argento risalirebbe in area 25 dollari, cioè del 10% da oggi. Buttalo via! Certo, se tendesse ai minimi recenti del 2021, quando scese a 63, si tratterebbe di un guadagno ben più cospicuo: +45%.

Ma ovviamente in scenari estremi l’oro non resta fermo. Un boom economico, magari associato a bassa inflazione, ne farebbe crollare la quotazione, come accadde tre anni fa a poco più di 1.700 dollari l’oncia. Di fatti, l’argento stesso scese sotto 25 dollari.

Per quanto detto, infine, investire in argento può rivelarsi un boomerang con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti a novembre. L’eventuale vittoria di Donald Trump frenerebbe la corsa alla transizione energetica. La domanda di pannelli fotovoltaici e auto elettriche sarebbe verosimilmente meno sussidiata. Il metallo troverebbe minori impieghi industriali, a meno che non fossero compensati dagli aumenti in comparti più tradizionali, come i dispositivi elettronici, i quali si gioverebbero di un clima più favorevole al business con il ritorno del tycoon alla Casa Bianca. Una previsione aprioristica non sembra così scontata come crediamo.

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