Sarà con ogni probabilità Luis Montenegro il prossimo primo ministro del Portogallo, uscito vincitore con il 29,5% dei consensi e 79 seggi su 230. Alle sue spalle il Partito Socialista di Pedro Nuno Santos, che si è fermato al 28,7% e 77 seggi. Ma il vero trionfatore delle elezioni di ieri è stato Andrea Ventura, leader di Chega! (Basta!), la forza di destra euro-scettica esplosa al 18% e che quadruplica il numero dei seggi a ben 48. Insieme all’Alleanza Democratica, ci sarebbe una maggioranza più che sufficiente per governare.

Tuttavia, festeggiando la vittoria, Montenegro ha ancora una volta escluso un’alleanza con Chega!, mentre Ventura lo ha invitato alla responsabilità nella considerazione del risultato chiaro uscito dalle urne.

Fine dell’era Costa

Senza di esso un eventuale governo a guida Montenegro sarebbe in netta minoranza in Parlamento e, paradossalmente, ancora di più nelle mani del (a quel punto) non alleato per far passare qualsiasi provvedimento. Nei fatti, con ieri si è conclusa l’era dei socialisti al governo del Portogallo, che lo guidavano ininterrottamente dalla fine del 2015. Sono rimasti travolti da uno scandalo di corruzione legato a presunte tangenti per lo sfruttamento di miniere di litio nell’area settentrionale. Solamente nel gennaio di due anni fa, alle elezioni anticipate trionfarono con la maggioranza assoluta dei seggi.

Carovita tema critico in Portogallo

La sconfitta della sinistra è, tuttavia, collegata anche, se non in grande parte, al carovita. Il Portogallo ha sofferto l’inflazione in questi anni, come del resto un po’ tutto l’Occidente. Ma già da prima c’era un crescente malcontento nel paese per il boom dei prezzi delle case e degli affitti. Alcune misure del premier uscente Antonio Costa sono finite nel mirino dell’opinione pubblica. Una di queste è stata la volontà di perpetuare gli incentivi fiscali ai pensionati stranieri fino alla fine dello scorso anno. E poi il programma Golden Visa, che ha rilasciato in una dozzina di anni circa 13 mila permessi di soggiorno a un totale di oltre 33 mila persone in cambio di investimenti nel paese.

Queste misure hanno contribuito a risollevare l’economia lusitana dopo la devastante crisi del debito che l’aveva travolta nel 2011. Tuttavia, hanno altresì fatto esplodere il costo della vita in determinate aree, specie quelle ad alta intensità abitativa come Lisbona, Porto e le località turistiche. Gli stipendi non hanno tenuto minimamente il passo. E il risanamento fiscale, che ha portato al pareggio di bilancio e al crollo del rapporto debito/Pil intorno al 100%, è avvenuto anche a discapito della qualità dei servizi pubblici.

Montenegro promette il taglio delle tasse

In particolare, i socialisti sono stati accusati di avere sacrificato la sanità per far quadrare i conti dello stato. Mancano cronicamente i medici, i quali vanno a lavorare all’estero per percepire stipendi più adeguati. Montenegro non ha messo in discussione la prudenza fiscale, necessaria per evitare il ritorno al passato. Ma ha promesso di porre maggiore attenzione ai servizi pubblici e di tagliare le tasse per potenziare la crescita economica. Questa è stata superiore al 2% nell’era Costa, ma resta il fatto che il Portogallo sia ancora il paese più povero dell’Europa Ovest.

Quando mancano tre mesi alle elezioni europee, il segnale arrivato a Bruxelles è chiaro: un altro pezzo del continente si sposta a destra. Brutto colpo per i socialisti, che vantavano proprio Costa tra i pochi leader di sinistra non solo al governo, ma considerati anche popolari e capaci di amministrare bene la cosa pubblica. Chega! ha ricevuto il plauso dei partiti euro-scettici nell’Europarlamento e suoi alleati, tra cui il Rassemblement National di Marine Le Pen e Alternativa per la Germania. Il loro eventuale ingresso in maggioranza segnerebbe un altro punto a favore di chi a Bruxelles punta a creare un asse con il Partito Popolare in alternativa alla sinistra.

Bond su in Portogallo dopo le elezioni

Mentre scriviamo, i rendimenti dei bond sono in calo, a conferma che i mercati non temano il cambio di maggioranza. D’altra parte, l’avvio del risanamento fiscale e l’implementazione delle riforme avvennero tra il 2011 e il 2015 sotto il governo conservatore di Pedro Passos-Coelho. Il successore Costa fu abile nel mantenere quasi intatti i provvedimenti già varati, beneficiandone in termini di crescita e di veloce riduzione del deficit. Gli altri possibili alleati di Montenegro, Iniziativa Liberale, farebbe propendere l’esecutivo a favore della linea pro-business. Ecco perché gli investitori stanno reagendo complessivamente bene alla vittoria, largamente attesa, del centro-destra.

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