E’ davvero uno dei misteri dei mercati finanziari, che hanno festeggiato l’innalzamento del tetto del debito USA, tirando un sospiro di sollievo per il mancato default tecnico. Perché ad analizzare bene la situazione, tutto dovremmo fare, tranne che essere contenti che il debito pubblico americano continui a crescere. Già al 17 ottobre aveva raggiunto la cifra monstre di 16.700 miliardi di dollari, ma subito dopo l’ok del Congresso, il debito federale si è già portato a 17 mila miliardi di dollari, 328 miliardi in più in pochi giorni.

 

Debito pubblico Usa: numeri da paura per l’economia più forte del mondo

Alla fine di settembre del 2012, il governo USA risultava gravato da debiti per 16,066 trilioni di dollari. In sostanza, il solo debito federale è esploso di un trilione (6%) in poco più di un anno. In realtà, l’anno precedente era andato pure peggio, perchè si è passati dai 14,79 trilioni agli oltre 16 (+1,2 trilioni). E andando a ritroso, la musica non cambia. Dalla chiusura dell’esercizio 2008 a quello del 2009, l’impennata del debito è stata di 1,9 trilioni (+19%), +1,65 trilioni tra il 2009 e il 2010 e +1,23 trilioni tra il 2010 e il 2011. E stiamo parlando del solo debito federale. Nello stesso arco di tempo, il debito degli stati e dei comuni negli USA è esploso del 62% a oltre 3 trilioni.

E’ evidente che con questi ritmi non si potrà andare avanti. L’economia risulta esposta  a un debito pubblico totale di oltre il 125% del pil, a cui dobbiamo aggiungere un debito privato del 250% del pil. In 40 anni, il debito federale si è moltiplicato di ben 37 volte!

La crisi del debito USA diventa più palpabile, se leghiamo i dati alle entrate federali. Esso ammonta al 700% di queste, mentre al 2016 si prevede che il costo del servizio sul debito, pur contenuto da rendimenti artificiosamente tenuti bassi dalla Federal Reserve, peserà probabilmente per il 40% delle entrate. E il deficit fiscale di Washington (760 miliardi) è pari al 30% del totale delle entrate federali, un livello insostenibile sotto ogni angolo di veduta.

E dalle responsabilità non potranno fuggire nemmeno i Repubblicani, che avendo conquistato la maggioranza alla Camera nel novembre del 2010, di fatto hanno avuto un potere di blocco sulla gestione del debito federale sin dal gennaio del 2011. E, invece, come abbiamo visto anche nella vicenda di questo mese, hanno preferito cedere alla logica dei sondaggi, piuttosto che a quella dei numeri.

E così, da quando John Boehner è lo speaker della Camera, il debito è cresciuto di 26.722 dollari per ciascuna famiglia, pari a un totale di 3,064 trilioni di dollari a livello federale.

 

Il ruolo narcotizzante della Fed

Cosa tiene in piedi questa baracca malmessa, che farebbe rivalutare persino la sgangherata e tanto vituperata Italia degli sprechi? La risposta è la Fed. Stampando moneta, tiene giù i tassi e acquista bond sovrani e privati. Tuttavia, quest’operazione non potrà proseguire all’infinito, visto che si sono già ricreate le condizioni di una gigantesca bolla immobiliare e finanziaria di entità superiore anche a quella scoppiata nel 2008 con il crac di Lehman Brothers. Anche perché i mercati iniziano a perdere fiducia nel dollaro quale valuta di riserva mondiale. Ad oggi, la credibilità del biglietto verde è stato il più efficace antidoto per evitare che i Treasuries siano considerati carta straccia. Ma i pasti gratis stanno finendo.