Johnson & Johnson dovrà pagare 8 miliardi di dollari di danni ad un uomo che a causa del farmaco antipsicotico Risperdal ha subito l’ingrossamento delle mammelle. La notizia sta facendo il giro del mondo proprio a causa della cifra stellare che la nota azienda dovrà pagare al giovane. Si tratta, infatti, della sanzione più pesante finora ordinata al colosso considerando che negli Usa sono in atto circa 13mila azioni legali contro Johnson & Johnson a causa del Risperdal. Johnson & Johnson sarebbe stata accusata di sapere dei possibili rischi del farmaco ma di non aver messo in guardia medici e pazienti.

Soltanto nel 2018 il Risperdal ha contato 737 milioni di dollari di vendite. 

Una maxi stangata a causa di un farmaco che causerebbe ginecomastia

La Corte di Philadelphia ha imposto a Johnson & Johnson il pagamento di un risarcimento di 8 miliardi dopo che Nicholas Murray aveva deciso di portare in tribunale il colosso. L’uomo, in passato, aveva assunto il farmaco Risperdal (approvato dalla Food and Drug Administration) e utilizzato in psichiatria per chi soffre di disturbi bipolari o schizofrenia, ma nessuno gli aveva detto che questo farmaco poteva provocare ginecomastia ossia l’ingrossamento delle mammelle, disturbo che poi realmente lo aveva colpito.

Dopo la notizia, Johnson & Johnson ha deciso che presenterà ricorso considerando che all’inizio il tribunale aveva deciso di fissare il risarcimento a 680 mila dollari. In una nota, poi, ha sottolineato che  “Risperdal è un farmaco sicuro ed efficace, che ha aiutato milioni di persone a vivere una vita migliore per oltre due decenni”. Di diverso parere l’avvocato dell’uomo secondo cui “Questa giuria, così come altre giurie in altre controversie, ha nuovamente imposto danni punitivi a una società che ha pensato solo a fare profitti sulla pelle dei pazienti”.

Altri strani casi

Il caso di Murray non sarebbe l’unico; infatti in corso ci sono varie denunce sempre relative ai possibili effetti collaterali del farmaco, denunce presentate soprattutto in Pennsylvania, California e Missouri.

 Murray, oggi 26enne, aveva preso il farmaco da bambino quando gli fu diagnosticato un disturbo dello spettro autistico e in seguito subì l’ingrossamento delle mammelle. Già ad agosto, il colosso farmaceutico americano era stato processato a causa della  crisi della dipendenza di oppiacei negli Stati Uniti che avrebbe causato la morte di 70mila persone.

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