Il business dei voli low cost su tratte intercontinentali sembra vacillare, almeno per Norwegian Air e altri vettori. La compagnia aerea norvegese da pochi anni aveva dato vita ad un modello innovativo, seguendo l’esempio di altre compagnie, ossia collegare l’Europa all’America e all’Asia attraverso un modello low cost. Una sorta di Ryanair a lungo raggio. Un interessante approfondimento sul caso giunge da Il Post

Le perdite di Norwegian Air

A lungo andare i costi del carburante e dei piloti hanno messo a dura prova questo nuovo modello alternativo che offre la possibilità di volare verso mete a lungo raggio spendendo relativamente meno se si rinunciano ad alcune opzioni come cibo a bordo o bagaglio da stiva o eliminazione delle classi business.

Nonostante la convenienza però, a conti fatti, solo nel 2018 sono fallite varie compagnie che proponevano questo modello low cost e come scrive Economist, anche per Norwegian Air i conti non sarebbero ottimali.

Già alcune settimane fa, la compagnia aveva annunciato alcuni tagli da Roma Fiumicino. Precisamente dall’estate 2019 il taglio delle rotte per Göteborg, Reykjavik, Tenerife Sud e Tel Aviv, la riduzione della frequenza del collegamento Roma-Helsinki. Ad inizio anno, il vettore aveva annunciato un contenimento dei costi per limitare le perdite e i debiti che hanno superato i 2 miliardi di euro.

«La compagnia aerea ha raggiunto un punto per cui era necessario operare degli accorgimenti alle sue rotte per migliorare le performance finanziarie e la sostenibilità economica dell’azienda. Abbiamo un obiettivo chiaro, ovvero evitare esuberiPer questo offriremo agli equipaggi interessati il trasferimento presso le nostre basi di Oslo», aveva detto la chief commercial officer di Norwegian, Helga Bollmann Leknes.

L’esempio di Norwegian appare lampante. Prima di puntare al modello low cost dei voli a lungo raggio, la compagnia effettuava solo voli europei verso la Scandinavia, i ricavi erano pari a 970 milioni di corone norvegesi mentre di recente ha annunciato di aver subito perdite per 3,85 miliardi di corone norvegesi a causa dei voli low cost a lungo raggio.

Il futuro dei voli low cost a lungo raggio

L’idea del modello low cost di voli a lungo raggio, promosso anche da compagnie come Primera o Wow, si propone di offrire prezzi competitivi, anche meno di 200 euro per volare a New York ad esempio, togliendo però alcuni servizi come i pasti gratis, il bagaglio da stiva incluso nel prezzo, senza considerare che per risparmiare queste compagnie usano aeroporti periferici, un pò come fa Ryanair in Europa, per cui raggiungere il centro cittadino diventa più complicato. Come scrive Il Post, infatti, chi viaggia per lavoro tende comunque a preferire voli comodi che arrivano negli aeroporti principali. Di fatto, i voli a lungo raggio impongono anche l’utilizzo di aerei più grandi ma questo significa che costano di più e con l’aumento del prezzo del carburante questi costi si sono rivelati insostenibili per alcune compagnie.

La compagnia, sempre a causa dei voli a lungo raggio, sarebbe anche quella maggiormente interessata a reclami per via di mancati rimborsi o cancellazioni di voli. La scorso anno furono parecchi i passeggeri che avevano prenotato voli per gli Usa che si erano visti cancellare il volo.

La sorte di Norwegian Air, in questo momento, è appesa all’acquisizione da parte di IAG, gruppo di British Airways e Iberia, o di Lufthansa. In ballo ci sono anche la creazione di nuove rotte verso il Sudamerica ma anche in questo caso i rischi non sono pochi. Secondo gli analisti, in ogni caso, il modello delle low cost di offrire voli a lungo raggio non è destinato a durare per molto anche se, ultimamente, altre compagnie stanno seguendo l’esempio della Norwegian.

Eurowings ad esempio sta aprendo rotte verso gli Usa.

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