Ci ha lasciati all’età di 81 anni ed è una grande perdita per l’Italia. Ennio Doris è morto ieri e fino a due mesi prima era stato presidente di Banca Mediolanum, la sua creatura. L’uomo nacque nel 1940 a Tombolo, nel padovano, da una famiglia di umili origini. E forse proprio queste lo hanno forgiato nel carattere e in quell’umiltà d’animo e chiarezza espositiva, che sono state pietre miliari della sua lunga e fortunata carriera di banchiere.

A Ennio Doris dobbiamo la nascita in Italia della figura del “family banker”, vale a dire di un consulente a disposizione dei risparmiatori italiani per seguirli passo dopo passo nelle loro scelte d’investimento.

La sua intuizione tra la fine degli anni Settanta e inizio anni Ottanta fu proprio di accompagnare il cliente durante l’arco di tutta l’attività d’investimento. Conobbe un po’ per caso l’allora imprenditore rampante Silvio Berlusconi, il quale aveva lanciato un semplice appello pubblico: “chi ha buone idee da proporre, venga da me e lo ascolterò”. Fu l’inizio di una collaborazione fortunatissima e reciprocamente vantaggiosa. I due fondarono Programma Italia prima e Mediolanum dopo.

I consigli fondamentali di Ennio Doris a chi investe

Rimpiangeremo Ennio Doris per la sua capacità innata di essere un banchiere chiaro e semplice. Nessuna spocchia, mai altezzoso e sempre sincero. All’indomani del drammatico crollo delle borse europee in quell’infausto 12 marzo 2020 – Piazza Affari perse il 17%, mai così tanto in un solo giorno – corse a rassicurare gli italiani, spiegando loro che le crisi sono opportunità per chi investe nel lungo periodo, in quanto il mercato tende a superare i picchi precedenti dopo essersi rimesso a correre. E citò l’esempio del crac di Lehman Brothers e del minimo toccato da Wall Street il 9 febbraio 2009, data dopo la quale iniziò il lungo rally della borsa americana.

Ma Ennio Doris fu sempre un banchiere dai consigli prudenti e sinceri. In quell’occasione, tornò a ribadire un concetto elementare e quanto mai fondamentale, nonché ignorato da molti risparmiatori: prima di investire devi capire quale sia la necessità alla base del tuo investimento. Se puoi privarti solo per breve tempo della liquidità, dovresti tenere il denaro su un conto corrente, così da averne immediata disponibilità all’occorrenza. Se hai un orizzonte temporale medio, diciamo di 5-6 anni, dovresti puntare più che altro su un portafoglio obbligazionario per cercare di portare a casa qualche guadagno certo, pur non alto. Infine, se stai investendo per il futuro e hai un orizzonte temporale lungo, devi puntare sul mercato azionario, così da sfruttarne i guadagni che sempre ha esitato nei decenni.

E poiché nessuno sa quando il mercato abbia toccato il minimo, Ennio Doris suggeriva di entrarvi gradualmente e meglio se coadiuvati da automatismi tecnologici, in modo da non essere costretti a stare dinnanzi allo schermo giorno e notte per comprare o vendere titoli.

L’episodio del crac di Lehman Brothers

Dicevamo, uomo di qualità rare. E non fu solo immagine. Quando Lehman Brothers fallì, 10.000 clienti Mediolanum risultarono esposti alla banca americana attraverso le polizze “index linked”. Le esposizioni ammontavano a 213 milioni di euro. Clamorosamente, insieme all’altro grande socio dell’istituto, Fininvest, mise mano al portafogli e rimborsò i clienti di tutte le perdite accusate, sgravando sia gli azionisti di minoranza che i conti Mediolanum stessi. Un gesto che avrebbe salvato anche negli anni futuri la faccia all’intero sistema bancario italiano, spesso screditatosi per pratiche al limite dell’illegalità e ai danni dei clienti.

La generosità di Ennio Doris in quel frangente ebbe un ritorno d’immagine enorme. Mediolanum fu avvertita più di prima una banca amica, di cui fidarsi.

La solidità patrimoniale peraltro crebbe fino a risultare la più alta in Italia, stando ai ratios. Il veneto dalle umili origini diede una lezione di vita (e di stile) a tanti suoi colleghi italiani e stranieri, la cui arroganza è spesso andata di pari passo con l’ignoranza verso le esigenze dei clienti.

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