C’è un’espressione che ha fatto molto il giro del web negli ultimi anni dell’allora premier italiano Romano Prodi, che nell’indicare la convenienza dell’Italia di aderire all’euro profetizzò: “sarà come lavorare un giorno in meno al mese e guadagnare per un giorno in più”. I dati OCSE sugli stipendi italiani, tuttavia, raccontano un’altra storia. Abbiamo preso in considerazione i livelli salariali del 1999, anno di nascita dell’euro (entrerà fisicamente nelle nostre tasche nel 2002), confrontandoli con quelli del 2020.

I dati sono espressi in dollari USA, ma a prezzi costanti e a parità di potere d’acquisto, usando il 2016 come anno di base per i calcoli. Scopriamo quanto segue:

  • Italia -3,8%
  • Germania +15,6%
  • Francia +15,3%
  • Spagna -3,4%
  • OCSE +17%

In altre parole, gli stipendi italiani non solo non sono cresciuti nei primi 22 anni di euro, anzi risultano diminuiti di quasi il 4%. Analogo l’andamento della Spagna, mentre Francia e Germania sono riuscite a segnare rialzi superiori al 15%. La media OCSE è persino migliore: +17%. Fatto sta che nel 1999 debuttavamo nell’euro con stipendi italiani più alti di quelli francesi e al 95% della media OCSE. Oggi, abbiamo stipendi più bassi di quelli spagnoli e scesi a meno del 77% della media OCSE. Ecco i dati assoluti in dollari USA del 1999 e del 2020:

  • Italia 39.191 – 37.769
  • Germania 45.327 – 53.745
  • Francia 38.597 – 45.581
  • Spagna 39.206 – 37.922
  • OCSE 41.281 – 49.165

Cos’è accaduto in quest’ultimo ventennio? Italia e Spagna si erano presentate all’appuntamento con l’euro con un gap di competitività sul fronte dei salari. I livelli più alti rispetto alla Francia non erano certo frutto di maggiore produttività, quanto di decenni in cui la crescita dei salari risultava perlopiù sganciata proprio dalla produttività. La maggiore inflazione che ne scaturiva si rifletteva sulla svalutazione dei tassi di cambio. Con l’euro, questa manovra non fu più possibile. Ed ecco che la minore produttività si è riflessa nella cosiddetta deflazione salariale.

Altro aspetto non ancora pienamente dibattuto riguarda il calo degli stipendi italiani nel 2020 a causa della pandemia, che risulta essere molto più alto che altrove. Di seguito, i dati:

  • Italia -6,3%
  • Germania -0,5%
  • Francia -3,4%
  • Spagna -3%
  • OCSE +0,5%

A differenza di quanto vogliamo propinarci da soli, la pandemia ha avuto ricadute peggiori sull’economia italiana che non presso le altre principali economie dell’area. Gli stipendi italiani sono crollati il doppio di Francia e Spagna e, addirittura, una dozzina di volte più velocemente che in Germania. Nell’insieme dell’area OCSE, poi, gli stipendi sono mediamente aumentati di poco, anziché diminuire. Tenuto conto della pandemia, possiamo affermare che gli stipendi italiani tra il 1999 e il 2019 sono aumentati del 2,4%, in ogni caso molto meno che in Francia e Germania. In Spagna, sono rimasti sostanzialmente invariati.

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