A partire dalla giornata di oggi, le banconote da 100 bolivar in Venezuela sono fuori corso, ovvero non hanno più alcun valore legale. La decisione è stata annunciata a sorpresa dal presidente Nicolas Maduro domenica scorsa e i cittadini hanno avuto appena 72 ore di tempo per scambiare i biglietti dal taglio più alto con altri di taglio inferiore o con quelli di nuova emissione, il cui valore arriverà fino a 20.000 bolivar. “Voglio dire ai venezuelani che non hanno nulla da temere, che questa misura è stata presa nel loro interesse”.

Queste le parole del capo dello stato, che cozzano con la realtà. Lungi dal riguardare una porzione piccola della popolazione, infatti, le banconote da 100 valgono appena 3 centesimi di dollari al cambio illegale vigente sul mercato nero, considerato di gran lunga molto prossimo alla realtà. E davanti alle banche sono stati giorni di lunghissime file.

Il ritiro del 48% delle banconote ad oggi circolanti nel Venezuela è stato motivato con la volontà di lottare contro le mafie internazionali, che starebbero attentando all’economia nazionale, in pieno collasso. Al confine con la Colombia, 100 cambia-valute illegali sono stati arrestati e al contempo sono stati sequestrati 104 milioni di bolivar in loro possesso, pari ad appena 27.000 dollari. (Leggi anche: Crisi Venezuela, bolivar a -60% a novembre e nei negozi si paga a peso)

Banconote da 100 fuori corso, bolivar a +17% da domenica

Il governatore della banca centrale, Nelson Merentes, ha ieri fatto presente che in banca non saranno accettati grossi quantitativi (“esorbitanti”) di banconote da 100 bolivar come depositi dei clienti, ma rassicurando che quanti riescano a giustificare la provenienza di tali biglietti non avrebbero alcunché da temere. Un modo per stroncare il mercato nero del contante da oggi vietato, ma che starebbe già colpendo le transazioni interne, un po’ come accaduto nelle ultime settimane anche in India.

E’ clamoroso il crollo del dollaro sul mercato nero: per comprarne uno servivano 4.200 bolivar all’annuncio di Maduro sulle banconote fuori corso da 100, mentre al termine della giornata di ieri ne bastavano intorno a 3.500.

In altre parole, la valuta locale si è rafforzata del 17% in un paio di giorni, anche se non ci sarebbe niente di cui gioire. Il bilancio resta pesante: -75% quest’anno e solo a novembre vi è stato un tonfo del 60%. Si tratta, quindi, semplicemente della temporanea carenza di liquidità in bolivar, che costringe i venezuelani a richiedere meno dollari, non avendo denaro a sufficienza con cui scambiarli. Non appena sarà finita questa fase di transizione, il crollo del bolivar proseguirà come prima e anche più. (Leggi anche: Crisi Venezuela, ecco l’abisso in cui cadrà)