Si è concluso anche stavolta con un pieno di ordini il collocamento del BTp Valore 2028. Le famiglie hanno prenotato 17,2 miliardi di euro, a conferma che la caccia ai titoli di stato non stia rallentando. Anzi, man mano che i rendimenti di mercato salgono, sempre maggiore liquidità viene spostata dai conti bancari a favore dei bond del Tesoro. Prima che il collocamento si chiudesse, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva espresso soddisfazione per il buon andamento, notando che “se ci credono gli italiani, anche gli investitori internazionali ci credono”.

Il riferimento era alla solidità del debito pubblico italiano.

Spread a 200 punti: crescita giù, deficit su

In effetti, mentre le famiglie si collegavano in settimana dal proprio conto online o si recavano in banca o alla posta per prenotare il BTp Valore, lo spread saliva a 200 punti base. Il rendimento decennale viaggia ormai a ridosso del 5%, similmente al T-bond degli Stati Uniti. Il Bund decennale ha toccato il 3%, massimo dal 2011. Numeri impensabili fino a pochi mesi fa. E per l’Italia la sfida è particolarmente complessa. Abbiamo una montagna di debito da rifinanziare ogni anno e che si dirige verso quota 3.000 miliardi.

Con il NADEF appena licenziato dal governo Meloni, le stime di crescita del PIL sono state limate e riviste in rialzo quelle sul deficit. Non esattamente quello che vorrebbero leggere coloro che posseggono titoli di stato italiani. La Banca Centrale Europea, dopo avere chiuso i rubinetti della liquidità con il Quantitative Easing e alzato i tassi di interesse ad un ritmo mai così veloce da quando esiste l’euro, si accingerebbe ad azzerare anche i riacquisti dei bond tramite il PEPP.

Congiuntura negativa per debito pubblico italiano

Ci sono tutte le condizioni per un “sell off” ai danni dei bond italiani. Eppure il BTp Valore ha fatto cassa anche stavolta. Attirati dagli alti rendimenti offerti, centinaia di migliaia di famiglie hanno investito parte della loro liquidità nel titolo quinquennale.

Per il governo Meloni è obiettivamente un segnale di fiducia. Nel novembre del 2018, all’apice delle tensioni tra primo governo Conte e Commissione europea, l’emissione del BTp Italia raccolse poche centinaia di milioni di euro tra le famiglie. Gli italiani punirono il lassismo fiscale adombrato dall’allora maggioranza “giallo-rossa”.

Questo lo diciamo per smentire l’idea che le famiglie comprino bond del Tesoro indipendentemente dalla congiuntura macroeconomica e politica. In meno di un anno, tra BTp Italia e BTp Valore il governo Meloni ha raccolto sul canale retail oltre 50 miliardi. Un’apertura di credito che va sfruttata al meglio. Da un lato i mercati finanziari stanno avendo la percezione che la domanda di titoli di stato sul mercato domestico sia elevata, dall’altro è dovere dell’esecutivo prospettare una politica economica che vada nella direzione di abbattere il rapporto debito/PIL. Come? Tagli alla spesa corrente improduttiva, rilancio degli investimenti e potenziamento della crescita economica anche tramite capitoli come liberalizzazioni e privatizzazioni, nonché abbassando la pressione fiscale e burocratica su imprese e famiglie.

Successo BTp Valore non assegno in bianco

La fiducia del mercato non è mai un assegno in bianco. Se il governo saprà convincere gli italiani sulla direzione intrapresa, seguiranno altri collocamenti di BTp Valore con successo. Altrimenti, il rischio è che le famiglie smettano di investire nei titoli del debito. Le minacce delle agenzie di rating incombono costantemente su di essi e non basterà offrire rendimenti accattivanti per attirare ulteriori risparmi. La legge di Bilancio 2024 sarà determinante per valutare il percorso che la premier Giorgia Meloni intende intraprendere su economia e conti pubblici.

Serve capire, però, quali saranno le regole fiscali dell’Unione Europea dall’anno prossimo. Lo spread a 200 riflette anche i dubbi dei mercati sul nuovo o vecchio Patto di stabilità.

Il governo Meloni sta facendo asse sul tema con la Francia di Emmanuel Macron per reclamare flessibilità sugli investimenti. Una posizione che va spiegata bene, perché se gli investitori ne deducessero una linea lassista, non premierebbero i BTp. Se emergesse, invece, la volontà di sfruttare i margini di bilancio per potenziare la crescita economica, sarebbe un’altra storia.

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