Nonostante dal 3 giugno dovrebbero riaprire le frontiere europee e molti vettori hanno annunciato che sempre da giugno torneranno a volare, le compagnie aeree continuano ad essere in crisi, alcuni rumors parlano persino di interventi pubblici per salvarle.

La situazione delle compagnie aeree

Air Canada ad esempio avrebbe annunciato il licenziamento di quasi la metà del personale a causa del crollo dei voli subito durante i mesi di lockdown. La compagnia canadese conta 38 mila dipendenti e dovrebbe ridurre del 50 per cento la forza lavoro.

In ogni caso la normalità appare lontana considerando che riesce ad operare con 1500 voi al giorno in tutto il mondo. Secondo la IATA, il settore aereo è destinato ad ingenti perdite, fino a 252 miliardi di dollari e alcune compagnie hanno già presentato istanza di fallimento. Anche Ryanair, che come sappiamo ripartirà a luglio con il 40 per cento dell’operativo voli, rischia perdite per 200 milioni di euro nell’ultimo trimestre. La compagnia low cost spera di aumentare al 60 per cento l’operativo voli ad agosto fino all’80 per cento entro marzo 2021. La compagnia ha annunciato anche 3mila licenziamenti, il taglio del 20% delle retribuzioni e congedi non retribuiti del personale ma anche la riduzione del personale, circa 250 persone, negli uffici di Dublino, Stansted, Madrid e Breslavia.

Come far ripartire il settore aereo

Linus Bauer, consulente dell’industria aeronautica e Visiting Lecturer alla City University of London, ha chiarito come si potrebbe far ripartire le compagnie aeree: “Per i grandi gruppi di grandi compagnie aeree globali, l’aiuto del governo è l’unico modo per sopravvivere. In Germania, ad esempio, reinvestire fondi di stabilizzazione con speciali piani di prestito della precedente crisi finanziaria mondiale è la migliore soluzione per le società azionarie tedesche, come la compagnia di bandiera Lufthansa”. Secondo l’esperto per tornare alla normalità serviranno due anni ma non si possono escludere rincari per i prezzi dei biglietti aerei poiché le compagnie potrebbero subire la riduzione della domanda a causa della recessione economica e la limitazione dei viaggi per affari.

In un primo momento i prezzi potrebbero essere più bassi per stimolare la domanda ma in seguito non si escludono tariffe più alte.

Bauer si è espresso anche in merito alla paura dei cittadini di volare nonostante l’obbligo di mascherina e la misurazione della temperatura: “Le compagnie aeree dovrebbero essere più trasparenti e assertive nella comunicazione dei protocolli di distanziamento sociale – ha detto l’esperto – Siamo nell’era dei social media e i passeggeri vogliono essere informati, per esempio con videomessaggi, sulle precauzioni prese per viaggiare in sicurezza”.

Aeroporti che riaprono

Nel frattempo, come già annunciato, le compagnie aeree torneranno a volare tra giugno e luglio ma ovviamente con meno voli disponibili anche legati all’incognita delle frontiere aperte. Alcuni aeroporti italiani hanno riaperto i battenti, tra questi figura Milano Malpensa, dove già da inizio maggio ha ripreso a volare Klm con voli per Cagliari, Roma e Francoforte. Anche la compagnia Belavia si è mossa mentre a giorni ripartitranno anche la Qatar Airways con i voli da Milano Malpensa – Doha ed Emirates con voli per Londra Heathrow, Francoforte, Parigi, Madrid, Chicago, Toronto, Sydney e Melbourne. Dal 2 giugno Emirates tornerà a volare per Dubai e New York da Milano, sempre da giugno riprende a volare anche Tap Air Portugal mentre Ryanair riprenderà da luglio con i voli da Malpensa a Londra, Madrid, Tenerife, Malaga, Bruxelles, Valencia, Alicante, Siviglia. Altri aeroporti attivi sono Milano Linate, che era stato aperto e poi richiuso e ora dovrebbe riaprire ancora il 2 giugno, e Bergamo Orio al Serio così come Roma Ciampino e Firenze Peretola. Dal 1 giugno dovrebbero riaprire anche gli aeroporti di Olbia e Alghero con la continuità territoriale per Roma e Milano.

Leggi anche: Voli aerei: compagnie che ripartono a giugno, ecco come si volerà

[email protected]