Tre indizi, se non fanno una prova, poco ci manca. Forza Italia da settimane, anzi da qualche mese, si sta riposizionando all’interno della maggioranza di centro-destra per svolgere il ruolo originario di partito contro le tasse. Dai piedi puntati contro la tassa sui profitti extra delle banche – ma lì si maliziò che dovette difendere gli interessi della famiglia Berlusconi in Mediolanum – all’opposizione all’accesso dell’Agenzia delle Entrate nei conti correnti degli evasori fiscali, arrivando al gelo sulla cedolare secca sugli affitti brevi.

Il governo di Giorgia Meloni starebbe valutando di alzare quest’ultima dal 21% al 26% per le case affittate per meno di 30 giorni. Obiettivo: più che fare cassa, disincentivare nei centri storici la locazione degli immobili a favore dei turisti, così da aumentare l’offerta di immobili a scopo residenziali e cercare di calmierare gli affitti.

In realtà, sugli affitti brevi esistono grosse pressioni da parte di Federalberghi per togliersi di mezzo un concorrente diffuso e temuto, quello rappresentato da centinaia di migliaia di case vacanza sparse sul territorio nazionale. Forza Italia sembrava destinata ad una veloce sparizione dopo la morte del fondatore ed ex premier Silvio Berlusconi nel giugno scorso. Per il momento non è avvenuto e, anzi, i sondaggi le accreditano in qualche caso una percentuale in doppia cifra e sopra quella della Lega.

Tajani deve far risultato alle elezioni europee

L’obiettivo di Antonio Tajani, nuova guida del partito “azzurro”, consiste nel prendere alle elezioni europee un risultato dignitoso e tale da impedire lo sfarinamento dei gruppi parlamentari. Ed ecco che sta puntando le sue carte su un mantra dei berlusconiani: il taglio delle tasse. In realtà, anche gli alleati di Fratelli d’Italia e Lega concordano. Nella legge di Bilancio ci sono la riduzione del cuneo fiscale sui redditi fino a 35.000 euro e l’abbassamento dell’aliquota Irpef dal 25% al 23% sui redditi tra 15.000 e 28.000 euro.

Di più non si può, date le risorse sostanzialmente nulla disponibili.

Tuttavia, ci sono altri articoli della manovra ancora da inviare in Parlamento che fanno discutere gli stessi alleati. La premier e il suo vice Tajani oggi ne discuteranno per presentarsi compatti in Aula. Forza Italia sta facendo molto rumore sulla cedolare secca dopo averla spuntata sia sulla tassa sulle banche che sui prelievi dai conti correnti da parte dell’Agenzia. Vuole corroborare il suo profilo liberale, uscito piuttosto appannato negli ultimi anni tra opposizione e governo. La cedolare secca interessa centinaia di migliaia di proprietari di case, quella piccola borghesia diffusa e desiderosa di sbarcare spesso il lunario mettendo a reddito secondi immobili.

Cedolare secca caposaldo del governo Berlusconi

Tra le altre cose, andare a toccare la cedolare secca puzza di tradimento. Fu proprio l’ultimo governo Berlusconi ad averla introdotta nel 2010. Diede impulso al mercato degli affitti e ridusse di molto il nero. Tajani ribadisce la necessità di puntare sul codice identificativo nazionale per gli immobili sul mercato degli affitti brevi, “come in Grecia, dove il gettito è aumentato di dieci volte”. Aggiunge che aumentare l’imposizione fiscale, al contrario, finirebbe per accrescere solo il mercato degli affitti in nero.

L’attivismo di Forza Italia è giunto inatteso per Palazzo Chigi. Le frizioni con Fratelli d’Italia non sono mancate nei giorni scorsi sul caso Giambruno. Gli “azzurri” sono considerati espressione diretta di Piersilvio e Marina Berlusconi. E la premier dubita che Tajani non sapesse nulla dei fuori onda diffusi da Striscia La Notizia sull’ormai ex compagno. Che il partito di Tajani abbia voluto segnalare di voler essere preso in maggiore considerazione? Il vice-premier ha la necessità di fare un buon risultato alle elezioni europee per sopravvivere come leader.

Il rischio è che le altre correnti interne gli chiedano la testa, a partire proprio dalla famiglia Berlusconi, che ha bisogno di un partito vivo e vegeto per rappresentare con efficacia i propri interessi aziendali.

Forza Italia chiede pari dignità

Deve passare il messaggio che il governo non alza le tasse “grazie” a Forza Italia. Tutto il centro-destra ha fatto campagna contro “le mani in tasca agli italiani”. Solo che Forza Italia ha bisogno di distinguersi con maggiore nitidezza su questo tema. E quella che all’apparenza può sembrare una contrapposizione dentro il governo, in realtà fa bene a quest’ultimo. Meloni si avvantaggerebbe di un Tajani capace di gestire i suoi uomini in Parlamento e finanche di attirarne qualcuno tra i centristi all’opposizione. Le coalizioni si reggono sempre sui contentini a tutti i partiti che le compongono. Siamo tornati al tema della “pari dignità” rivendicata in maniera molto scenica un anno fa da Silvio Berlusconi in occasione della formazione del governo. E che non è morto con l’ex premier.

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