Non farà di certo piacere ai residenti a Londra scoprire, anche se già lo sanno sulla loro pelle, che mai come adesso comprare casa nella capitale britannica è diventato così proibitivo. Secondo Hometrack, nel mese di ottobre il prezzo medio di un immobile venduto è stato qui di 496.000 sterline (+3% annuo), pari a oltre 441.000 euro, 14,5 volte il reddito medio annuo di un londinese, che è di 34.200 sterline all’anno. Il rialzo dei prezzi è avvenuto in periferia, mentre nel centro di Londra si registrano valori piatti da mesi.

Nonostante il rallentamento della crescita nell’ultimo anno, dovuto anche alle incertezze relative alla Brexit, il rapporto tra prezzi e redditi medi risulta praticamente raddoppiato in circa 15 anni. Nel primo trimestre del 2002, infatti, un immobile a Londra veniva venduto a 7,5 volte il reddito medio di un residente. (Leggi anche: Comprare casa a Londra conviene, boom di immobili invenduti)

E così il mercato immobiliare a Londra risulta il più inaccessibile di tutto il Regno Unito, ma seguito a stretto giro da Cambridge, dove il rapporto prezzo-redditi è di 14,3. Completa il podio Oxford con 12,6, mentre in fondo alla classifica troviamo Glasgow con appena 3,9 e sotto la sua stessa media di lungo periodo di 4,1. Al contrario, rispetto alla sua media di lungo periodo, Londra registra un rapporto attuale del +42%, uguale a quello di Cambridge. Oxford ne segna uno del +17%. In appena un decennio, i prezzi delle case a Londra risultano esplosi del 60%, del 66% dal 2012, tenuto calo del ripiegamento accusato con la crisi finanziaria del 2008.

Le misure del governo per aiutare i giovani

Il governo sta cercando di correre ai ripari, anche perché i dati segnalano un preoccupante calo di giovani acquirenti nella capitale. Di questo passo, Londra rischia di diventare una città per ricconi di mezza età. E così, oltre ad avere stanziato capitali freschi per sostenere la costruzione di nuove case, il cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, ha annunciato l’azzeramento dell’imposta di bollo (“stamp duty”) per le prime 300.000 sterline spese per l’acquisto di un immobile fino a 500.000 sterline da parte di primi acquirenti.

L’operazione dovrebbe sgravare questi ultimi fino a 5.000 sterline, ma secondo l’Office for Budget Responsibility consentirebbe l’ingresso sul mercato solamente a 3.500 famiglie e per un costo totale di 3,2 miliardi da qui ai prossimi 5 anni. Per questo, critica la Resolution Foundation, sarebbe persino più economico ipotizzare di costruire loro direttamente una casa, dato che l’operazione del governo costerebbe sulle 900.000 sterline per ogni abitazione in più venduta, molto più di quanto non si spenderebbe costruendone una ex novo.

Lo stesso Hammond ha ammesso in Parlamento che in appena 13 anni, la percentuale di proprietari di case tra i giovani risulta scesa nel paese dal 59% al 38%, anche se ha rivendicato la costruzione dal 2010 di 1,1 milioni di abitazioni, di cui un terzo accessibile per prezzo. Sta di fatto che le misure del governo potrebbero aiutare qualche giovane a comprare casa in una piccola città del Regno Unito, ma non certo a Londra, dove sono richiesti dalle banche anticipi indisponibili ai più per contrarre un mutuo.

Gli istituti possono erogare mutui immobiliari a copertura di case dal prezzo di vendita superiore a 4,5 volte il reddito del cliente fino a un massimo del 15% dei casi. Ne consegue, che per la maggior parte delle richieste, siano costretti a finanziare solo l’acquisto di case dai prezzi bassi nella capitale o in favore di clienti con redditi alti. In effetti, con queste regole nemmeno una coppia con entrambi lavoratori full-time e stipendio medio a Londra potrebbe accedere al mutuo, ricadendo molto probabilmente al di sopra dei limiti sopra citati. (Leggi anche: Prezzi case a Londra rallentano, ma affitti assorbono metà stipendio)