Se vuoi far passare il buon umore a un italiano in questi mesi, basta accennargli del caro mutui. L’aumento dei tassi d’interesse nell’ultimo anno ha fatto esplodere l’importo della rata mensile sborsato. Anche lo scorso 16 giugno, la Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato il costo del denaro per l’ottava volta di seguito. La cattiva notizia per chi ha acquistato casa ricorrendo al prestito bancario è che non è finita. La BCE continuerà ad alzare i tassi anche a luglio, forse anche a settembre.

La buona notizia è che, però, siamo giunti quasi al capolinea. Secondo il mercato, i tassi aumenteranno rispetto ad oggi di un altro mezzo punto percentuale. Ci sarà da stringere i denti per qualche altro mese e dopodiché l’importo della rata si stabilizzerà.

La vera domanda è per quanto tempo, ovverossia quando i tassi torneranno a scendere. Chiaramente, il tema del caro mutui non tocca coloro che hanno acceso un finanziamento a tasso fisso prima del boom degli interessi. Gli interessati sono i nuovi contraenti, nonché coloro che negli anni recenti avevano contratto un finanziamento a tasso variabile. Chi aveva contratto un mutuo a tasso variabile molti anni addietro, sta subendo aggravi marginali. Il capitale da restituire risulta per loro oramai basso e, quindi, l’aumento degli interessi insiste su una cifra contenuta.

Boom rata mensile con aumento tassi

Secondo l’ultimo rapporto mensile dell’Abi relativo al mese di maggio, i nuovi mutui sono stati erogati al tasso medio del 4,24%, in netto rialzo dal 4,03% di aprile. Un anno prima, il tasso medio era ancora del 2,05%. Partendo da questi dati essenziali, abbiamo cercato di capire di quanto sarebbe salita la rata media per un mutuo. Sappiamo anche dal sito Idealista.it che nell’ultimo anno i prezzi delle case in media in Italia sono cresciuti dell’1,7%, passando da 1.827 a 1.858 euro per metro quadrato.

Immaginiamo che una famiglia acquisti una casa di 100 metri quadrati ricorrendo al mutuo per l’80% del suo valore commerciale e per una durata di 25 anni, grosso modo la media in Italia. Ebbene, un anno fa avrebbe pagato una rata di 623,07 euro al mese, versando alla banca in tutto 186.921 euro. In pratica, avrebbe pagato meno di 41.000 euro di interessi, circa 1.630 euro all’anno e 136 euro al mese. Adesso, pagherebbe una rata mensile di 804,41 euro (+29,10%), cioè oltre 54.400 in più di interessi in tutto: +2.176 euro all’anno. In pratica, se ne va più di uno stipendio mensile medio-alto per una famiglia ogni anno solo per fronteggiare il caro mutui.

Evidente che i numeri siano eccessivamente semplificati. L’esempio non ha pretese scientifiche, punta più umilmente a dare un’idea di cosa stia accadendo ai bilanci di molte famiglie. Sarebbe sbagliato, comunque, vedere tutto nero. Anche se è più facile ragionare con le tasche degli altri, c’è un’altra buona notizia che arriva dal mercato. L’IRS sta scendendo e sulla scadenza a 25 anni si è portato ai minimi da due mesi e mezzo. Era al 2,90% un mese fa e ieri risultava al 2,64%. Si tratta del tasso d’interesse a cui sono legati i mutui a tasso fisso di durata media.

Caro mutui meno grave dopo l’estate?

Dunque, è vero che i mutui a tasso variabile saranno ancora più cari per l’estate, ma già le banche potrebbero presto offrire soluzioni a tasso fisso meno costose entro i prossimi mesi. Questa apparente contraddizione dipende dal fatto che i tassi Euribor a cui sono agganciati i mutui a tasso variabile, essendo a breve termine, riflettono le condizioni monetarie presenti e attese per l’imminente futuro. I tassi IRS sono a lungo termine e risentono delle aspettative d’inflazione, che proprio grazie all’aumento dei tassi si starebbero “raffreddando”.

Una volta che la BCE avrà smesso di alzare i tassi perché il pericolo dell’inflazione sarà stato scampato, anche i mutui a tasso variabile torneranno a costare di meno. Potrebbe volerci un po’. Il mercato sconta per ora un primo piccolo taglio dei tassi tra un anno, ma c’è da dire che i tempi dell’allentamento monetario dipenderanno dalla condizione macroeconomica dell’Area Euro. La Germania è già entrata in recessione, la Francia ci sarebbe con un piede dentro. La svolta alla BCE potrebbe essere meno lontana di quanto crediamo. Il caro mutui non scomparirà come tema da qui ad un anno, ma la sua gravità inizierà verosimilmente a “sgonfiarsi” dopo l’estate.

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