C’è chi con il Bitcoin è diventato milionario, se non miliardario. Qualche giorno fa vi avevamo raccontato la storia di un ragazzo che, non ancora maggiorenne, era già ricchissimo, grazie ad un’intuizione avuta quando aveva soltanto 12 anni e Bitcoin era un affare per pochi. Allora, galeotto fu un regalo di compleanno da parte della nonna. Nella storia di oggi, invece, non figurano né nonne né 12enni. I protagonisti sono un gruppetto di miliardari, visionari, determinati a fondare la prima cripto città al mondo: Sol.

La nuova terra promessa è Porto Rico, devastata dall’uragano dello scorso settembre e che, a distanza di 5 mesi, fatica a riprendersi.

Porto Rico invasa dai miliardari del Bitcoin

In principio si sarebbe dovuta chiamare Puertopia. Oggi il nome ufficiale per la prima cripto città al mondo è Sol. Alla base del progetto la filosofia della blockchain: decentramento totale e cancellazione di ogni forma di autorità. Porto Rico, che è ancora amministrata da un governo, crede fortemente in Sol, da cui spera di attingere denaro e lavoro. Al momento però la situazione non è cambiata, anzi. Il rischio è che, alla fine della fiera, il tutto si risolva in una grande bolla di sapone. Un concetto, quello di Bolla, che gli amanti delle criptovalute intendono allontanare giorno dopo giorno, nonostante gli ultimi segnali non siano incoraggianti in questo senso.

Porto Rico oggi è un Paese in cerca della sua identità, spazzata via dall’uragano Maria nell’autunno 2017. Di fronte a migliaia di persone che faticano a rialzarsi, tra tasse e burocrazia sfiancanti, c’è invece un ristretto gruppo di miliardari che vaga tra hotel senza acqua corrente e stazioni ferroviarie abbandonate, con la volontà di costruire qualcosa di mai realizzato prima, favoriti da una corsia preferenziale e alleggeriti dal peso delle tasse, che grava interamente sulla popolazione locale.

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