In deciso rialzo nella mattina odierna le azioni Tim, in scia all’andamento positivo di Piazza Affari e delle altre borse europee. La compagnia telefonica sarà oggi sotto i riflettori e oggetto di discussione al Consiglio dei ministri, il primo convocato dopo la pausa estiva. Prende forma il piano del Tesoro di entrare nel capitale di NetCo, l’asset che sovrintende alla rete e che sarà separato dalla parte aziendale che si occupa dei servizi (ServCo). A tale proposito, sarà varato un Dpcm.

Risulterà necessario per autorizzare il Ministero di economia e finanze a rilevare fino al 20% della quota di NetCo. Il 10 agosto scorso, proprio il Tesoro con il fondo americano Kkr avevano stretto e reso pubblico l’accordo.

Tesoro in NetCo fino a 20%

Adesso, sappiamo qualcosa di più sulle cifre dell’operazione. La rete Tim sarà rilevata da Kkr al 65% per un’offerta massima di 23 miliardi di euro, seppure ancora migliorabile in sede di presentazione dell’offerta vincolante entro fine settembre. Di questi, 8-10 miliardi saranno debiti accollati e altri 13-15 miliardi di cash. Il Tesoro potrebbe anche restare appena sotto la quota del 20%. L’entità esatta della futura partecipazione dipenderà dal grado di coinvolgimento di altri due protagonisti della vicenda: F2i e Cassa depositi e prestiti.

Il fondo guidato da Renato Ravanelli si esporrebbe fino a 1,5 miliardi di euro, pari al 10% del capitale NetCo. Rimarrebbe un 5% che andrebbe a CDP. L’ente non potrà fare di più, dato che risulta controllato dal Tesoro e a sua volta detiene il 60% di Open Fiber, l’unica altra società attiva sul mercato domestico della fibra e con cui successivamente NetCo sarebbe fusa. Inoltre, sempre CDP ha una quota prossima al 10% in Tim, cioè nella compagnia che rimarrà priva della rete dopo la cessione.

Si allontana l’ipotesi che la stessa Tim mantenga una quota in NetCo.

L’AD Pietro Labriola intende massimizzare il ricavato della vendita per abbattere il debito societario. Questi ammontava a 31,3 miliardi di euro al termine del secondo trimestre. Non è forse un caso che Vivendi, primo socio e di nazionalità francese, pretenda che la rete Tim sia valorizzata intorno ai 31 miliardi. Un valore ben superiore all’offerta già avanzata da Kkr e che verosimilmente sarà confermata nella sostanza a settembre.

Rete Tim, investitori italiani minoranza di blocco

Dopo il Dpcm di oggi, gli americani potranno formalmente stringere accordi con le banche per farsi prestare quei 10 miliardi cercati per finanziare l’operazione. Il closing è atteso entro giugno dell’anno prossimo. Con l’intervento del Tesoro gli investitori italiani deterrebbero il 35% della rete Tim, creando una minoranza di blocco. In questo modo, sarebbe evitato lo strapotere dell’investitore privato straniero in sede decisionale. Vedremo quali saranno le risorse a cui il governo attingerà per reperire i 2-2,5 miliardi da impiegare per l’acquisizione. Qui il discorso rientrerà nell’ambito della prossima legge di Bilancio, la quale sarà affrontata sin dal Cdm di stasera.

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