Nel comune lombardo di Ispra, che ospita il centro europeo erede dell’Euratom ovvero la vecchia agenzia per l’energia atomica, è esploso un terribile caso. Si teme, infatti, che il nuovo magazzino, ribattezzato con il nome di “Area 41″, possa ospitare delle sostanze di vario tipo provenienti dalla Ue. Il nome dato, ovviamente, si rifà all’Area 51 nella quale gli americani, nel deserto del Nevada, conducono esprimenti top secret.

Area 41: scorie Ue sulle rive del Lago Maggiore? Scoppia il caso

La Lega Nord, nei giorni scorsi, ha presentato alla Regione Lombardia un’interrogazione per capire quali saranno i materiali stoccati nel nuovo deposito ribattezzato “Area 41″ a Ispra sulle rive del Lago Maggiore.

Si teme, infatti, che tale sito possa ospitare delle sostanze di vario tipo provenienti dalla Ue. Ricordiamo che, fino alla fine degli anni settanta, in tale area venivano prodotti dei rifiuti atomici. Emanuele Monti della Lega, quindi, ha spiegato di dover fare luce su tale questione in quanto i cittadini hanno tutto il diritto di essere informati su quello che accade in tale luogo.

Ricordiamo che l’Area 41 è chiamata così perché ricorda l’Area 51 nella quale gli americani conducono  esperimenti segretissimi. Essa è il nuovo deposito di sostanze radioattive di Ispra che si trova a pochissima distanza dal luogo in cui vi erano i due reattori nucleari della Euratom.Tale sito si trova molto vicino alla città di Milano ed è proprio per questo che il consigliere del carroccio Monti ha presentato un’interrogazione alla Regione.

Area 41: scorie Ue sulle rive del Lago Maggiore? Scoppia il caso

Il sindaco di Ispra, intanto, dopo l’articolo pubblicato dal Sole 24 ore, che sosteneva che in tale paesino vi fosse il secondo deposito per le scorie nucleari dell’Unione Europea, ha subito chiesto informazioni in merito al JRC di Ispra. I responsabili del sito hanno, immediatamente, risposto alla sindaca chiarendo che il deposito conterrà soltanto i rifiuti radioattivi di Ispra, ovvero quelli provenienti dalle attività di ricerca del passato e quelli derivanti dallo smantellamento delle strutture locali.

Melissa De Santis, però, ha voluto ulteriori garanzie ed ha chiesto nuovi chiarimenti non solo alla Commissione Europea ma anche al Ministero dell’Ambiente. La stessa, poi, ha chiesto al JRC di organizzare un dibattito pubblico per informare i cittadini della questione.

Apprendiamo infine che, nella scorsa settimana, le autorità hanno aperto il magazzino ai giornalisti ed anche ad alcuni artisti per mostrare tale spazio pubblicamente. In esso, vi sarà anche una mostra che avrà come protagonisti i fusti (ovviamente vuoti) nei quali erano contenute le scorie nucleari. La mostra partirà il 20 settembre, che è anche la data in cui il nuovo magazzino sarà inaugurato, e per l’occasione, per due settimane, verranno esposte le opere di cinquanta artisti. Leggete anche: Italia, centrali nucleari e smaltimento scorie: una ‘catastrofe’ annunciata? Scandali economici e altro.