Il coronavirus ha stravolto la vita di tutti noi negli ultimi mesi. Dal lavoro, diventato ormai smart working, alla scuola o università fino alla vita sociale limitata. Abbiamo già visto come lo smart working ha sconvolto l’economia delle grandi città: i lavoratori ormai da mesi operano da casa e città come Milano sono letteralmente quasi svuotate con conseguenze negative per ristoranti, bar e attività che avevano costruito una vera e propria economia intorno ai pendolari. Anche per l’Università il discorso è molto simile.

 

La fuga degli studenti

Molti atenei hanno deciso di ripartire a settembre ma con un’organizzazione rigida che prevede presenze dimezzate e più didattica a distanza o mista. Questo significa che molti studenti fuori sede che solitamente affittano la casa per l’anno di studio, ora eviteranno di tornare nelle città universitarie e magari preferiranno seguire le lezioni online. Le conseguenze per le città universitarie, che siano Milano, Roma, Bologna e via dicendo, sono preoccupanti. Gli studenti fuori sede o i pendolari, infatti, un pò come i lavoratori, consumano nelle città in cui vivono, frequentano locali, bar, supermercati, negozi. Vien da sè che una presenza minore di studenti che consumano in queste città avrà risvolti negativi. 

Città semi vuote, così cambia il mercato degli affitti per studenti

Un discorso simile si può fare con il mercato degli affitti. Gli studenti che a settembre decideranno di studiare da casa, seguendo le lezioni online, molto probabilmente rinunceranno a affittare la casa nella città in cui studiano. Fino all’anno scorso trovare una casa per studenti non era sempre un’impresa facile, spesso ci volevano settimane per trovarla. Ora, la situazione è del tutto diversa e gli studenti, anche per risparmiare, studieranno da remoto.

 

Le conseguenze si notano già, secondo uno studio di Immobilare.it, basti notare che la disponibilità di stanze per studenti nelle principali città universitarie è aumentata del +149%.

Come riporta il Corriere, Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it ha dichiarato: «Didattica a distanza, smart working e south working hanno fatto registrare quest’anno un boom dell’offerta di stanze e posti letto che in alcuni casi, come a Milano, risulta quasi quadruplicata rispetto al 2019 Studenti e lavoratori che sceglievano soluzioni abitative transitorie, come quelle di una stanza singola o di un posto letto in una doppia, hanno preferito in molti casi abbandonare momentaneamente le città, in favore di spazi più ampi e di un risparmio sull’affitto». Le città che subiranno l’impatto maggiore, oltre a Milano, sono Bologna, Padova, Firenze, Torino, Roma e Napoli. Qui la disponibilità di stanze rispetto al passato è molto più alta e si sono registrati anche prezzi in calo in alcuni casi.

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