Il problema dei pesticidi tossici in alcuni cibi che portiamo a tavola è reale. Secondo l’Efsa, nella frutta e verdura di origine extracomunitaria, la presenza di pesticidi è 8 volte superiore ai prodotti italiani.  

Prodotti Extra Eue più pericolosi, quali sono

Coldiretti ha stilato una lista dei cibi più contaminati, in base all’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare. Quando parliamo di pesticidi negli alimenti, ci riferiamo a Dicofol o Carbofurano,  Acephate, Permethrin, Chlorfenapyr, Methamidophos etc, sostanze evitabili scegliendo prodotti Made in Italy e controllati, e spesso contenuti in quelli stranieri e irregolari.

 

 

Ma quali sono i prodotti contaminati da pesticidi secondo Coldiretti

 

In cima alla lista troviamo i peperoncini piccanti che arrivano dalla Repubblica Dominicana e India. Un campione su 5, quindi il 20% è risultato irregolare per la presenza di residui chimici. Tra gli alimenti contaminati anche le bacche di Goji in arrivo dalla Cina, 13% di campioni contaminati, e il riso del Pakistan, si parla del 12,5% del campione contaminato. 

 

Nella lista dei cibi contaminati, troviamo anche i melograni dalla Turchia, il campione irregolare in questo caso è rappresentato dal 9,1%, il tè dalla Cina e l’okra dall’India. Ci sono anche il Pitaya o dragon fruit dell’Indonesia e i fagioli secchi del Brasile. I campioni contaminati vanno dall’8,3% al 6%. Pericolo pesticidi, quindi inseriti nella black list, troviamo anche le olive da tavola dell’Egitto e peperoni dolci, che usufruiscono di un regime agevolato a dazi zero.

 

Questi prodotti, non di rado, sono contaminati da pesticidi che non sono neanche più ammessi nella legislazione europea. Arrivano in Italia già irregolari e contaminati. Non si tratta di casi isolati, perché, secondo Coldiretti, sono tre volte più pericolosi dei prodotti nazionali dove i campioni analizzati e non conformi arrivano al massimo allo 0,6%. 

Quali misure adottare per garantire la sicurezza alimentare?

La Corte dei Conti Europea, di recente, aveva posto l’attenzione sulla pericolosità delle sostanze chimiche presenti negli alimenti e aveva denunciato il mancato rispetto delle regole per i cibi provenienti dai paesi extra UE, chiedendo alla Commissione Ue di spiegare quali misure adottare per garantire la sicurezza degli alimenti.

Ettore Prandini, invece, aveva sottolineato la necessità che: “Tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori”.

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