Dopo anni di incertezza tra crisi energetiche, pandemia e shock geopolitici, l’economia italiana mostra segnali di ripresa. I dati aggiornati al 2025 fotografano un contesto in cui la crescita, pur moderata, prosegue con costanza. Il PIL aumenta, l’occupazione migliora e l’inflazione appare sotto controllo. Ma i margini restano fragili e legati all’evoluzione dei mercati internazionali.
L’Italia si conferma, anche quest’anno, uno dei Paesi che affrontano con maggiore fatica le turbolenze globali, ma riesce a mantenere un certo equilibrio. I dati pubblicati in queste settimane offrono uno spunto importante per analizzare le prospettive economiche, le principali criticità e i settori che trainano la crescita.
PIL in salita e occupazione al top storico
Nel primo semestre 2025, il Prodotto Interno Lordo italiano ha registrato una crescita dello 0,8% su base annua. Un dato positivo che arriva dopo un biennio complicato e segna un rafforzamento della resilienza del sistema produttivo. Il PIL è sostenuto in particolare dalla ripresa dei consumi interni, dalla stabilità dei servizi e dal parziale recupero del settore turistico.
Importante anche il dato sull’occupazione. I lavoratori attivi hanno toccato quota 24,2 milioni, un livello mai raggiunto in precedenza. Questo incremento è frutto in parte del boom stagionale del turismo, ma anche dell’effetto di alcune misure pubbliche per l’inserimento lavorativo dei giovani e per il rilancio delle PMI.
Ciò detto, la qualità del lavoro resta un punto critico. Una fetta significativa dei nuovi contratti è a termine, e in alcune aree del Sud la disoccupazione giovanile supera ancora il 30%. Inoltre, la produttività generale rimane bassa rispetto alla media europea.
Economia italiana, inflazione contenuta, ma i rincari non sono finiti
Uno dei dati più incoraggianti per le famiglie italiane è quello relativo all’inflazione. Dopo i picchi del 2022-2023, l’indice dei prezzi al consumo si è stabilizzato nel 2025 intorno al +1,7% su base annua. Un valore considerato fisiologico e gestibile, soprattutto se confrontato con le impennate a doppia cifra degli anni passati.
Non tutte le voci di spesa però mostrano lo stesso andamento. Energia e carburanti restano tra le categorie più soggette a variazioni, soprattutto a causa della nuova impennata del prezzo del petrolio registrata a giugno. Inoltre, i beni alimentari di prima necessità subiscono ancora ritocchi verso l’alto, con effetti immediati sulla spesa quotidiana. Le famiglie, pur trovando un po’ di respiro, continuano a fare i conti con rincari selettivi che incidono in particolare sui bilanci delle fasce più deboli. Anche per questo, il risparmio resta sotto pressione e i consumi, seppur in ripresa, non sono ancora tornati ai livelli pre-Covid.
Un ruolo centrale nella tenuta dell’economia italiana continua ad averlo l’export, che rappresenta oltre il 30% del PIL. Il 2025 si apre con dati stabili sulle esportazioni, in particolare verso Germania, Francia e Stati Uniti. Buone le performance dei settori della meccanica, del lusso e dell’agroalimentare, che restano competitivi anche in uno scenario globale incerto. Il turismo torna protagonista, soprattutto con l’avvicinarsi del Giubileo 2025.
Le città d’arte registrano un incremento a doppia cifra dei flussi stranieri, e anche il settore alberghiero mostra segnali di pieno recupero. Questo influisce positivamente anche su occupazione e consumi locali.
Le ombre sull’economia italiana, debito alto e investimenti rallentati
Le imprese turistiche lamentano ancora carenza di personale qualificato e costi operativi elevati. Le piccole strutture ricettive, in particolare, faticano a reggere la concorrenza delle grandi catene e dei portali digitali. Nonostante i segnali incoraggianti, restano molte ombre sul futuro dell’economia italiana. In primo piano c’è l’enorme debito pubblico, che continua a sfiorare il 140% del PIL. Una zavorra che limita le possibilità di manovra del Governo e mantiene alta la pressione sui conti pubblici.
Anche gli investimenti privati rallentano, a causa dei tassi d’interesse ancora elevati. Le aziende più piccole lamentano difficoltà di accesso al credito e incertezza sulle politiche fiscali. Il taglio del cuneo fiscale, annunciato per il secondo semestre, potrebbe rappresentare una leva utile, ma servono misure strutturali più forti.
In questo contesto, il PNRR resta un pilastro strategico. La sfida è accelerare la realizzazione dei progetti e garantire l’effettivo impatto sull’economia reale, con un’attenzione particolare al Mezzogiorno e alla transizione ecologica.
In sintesi.
- PIL italiano in crescita dello 0,8% e occupazione a livelli record.
- Inflazione stabile, ma aumentano i prezzi di carburanti e alimentari.
- Restano criticità su debito, investimenti e qualità del lavoro.