Nei giorni scorsi, abbiamo visto un Xi Jinping vestito come Mao Zedong a porsi sul palcoscenico mondiale quale rivale diretto degli Stati Uniti e dell’intero Occidente tra una sfilata di cannoni e missili. Che l’economia cinese sia ormai seconda e dietro solamente a quella americana, c’è poco da discutere. Sul piano militare, invece, gli analisti appaiono concordi nel ritenere che le distanze tra Pechino e Washington restino elevate, pur anch’esse in restringimento.
Economia cinese in boom dal 2001
E dire che agli inizi del nuovo millennio le dimensioni dell’economia cinese fossero inferiori a quelle dell’Italia, cioè di una nazione con un numero di abitanti di almeno 20 volte inferiore.
Il sorpasso sarebbe avvenuto già a metà del primo decennio. E quel che maggiormente stupisce è come il Pil sia esploso così velocemente, praticamente superando tutti gli altri tranne l’America.
Il punto di svolta per l’economia cinese si ebbe con l’ingresso nel WTO, l’Organizzazione del Commercio Mondiale, nel 2001. Da allora il Dragone si ritrovò a poter esportare al resto del pianeta senza più significative restrizioni. Da quel momento fino al 2024 il suo Pil in dollari si è moltiplicato di quasi 14 volte (13,83 volte per essere pignoli). Da 1.355 miliardi è schizzato a 18.744 miliardi. Non lo avrebbe immaginato nessuno. Per quanto la crescita sia stata molto alta, in media risulta del 12,1% all’anno. Sempre in termini nominali.
Miracolo del rendimento composto
Chi masticasse poco di matematica, compirebbe un semplice calcolo: 12,1 per 23 anni farebbe poco più del 278%. Dunque, l’economia cinese si sarebbe dovuta al massimo quasi quadruplicare. Com’è possibile che sia aumentata di circa 14 volte? E’ il risultato del rendimento composto, un ingrediente “magico” che alla lunga fa impennare i valori in gioco. Crescere del 12% all’anno porta a un raddoppio ogni circa 6 anni.
Dopo una dozzina di anni, quindi, siamo al raddoppio del raddoppio, cioè alla quadruplicazione. E dopo 18 anni, al raddoppio del quadruplo, cioè all’aumento di 8 volte. E così via.
Fattore cambio favorevole
C’è stato anche un fattore cambio in favore delle dimensioni dell’economia cinese. Lo yuan a fine 2024 risultava di oltre il 13% più forte contro il dollaro rispetto al 2001. Il cambio è stato tenuto artificiosamente debole dalla Banca Popolare Cinese e solo parzialmente liberalizzato dal decennio passato. Non ha torto l’amministrazione Trump quando ritiene che debba ancora essere rivalutato, mantenendosi sottovalutato contro la divisa americana per sostenere le esportazioni cinesi.
Con uno yuan più forte, il Pil in esso espresso risulta ancora più alto con la conversione in dollari per il raffronto internazionale. Se nel 2001 l’economia cinese valeva ancora solo il 12,8% di quella americana, l’anno scorso era salita al 64,2%. In termini relativi, è quintuplicata. Per quanto riguarda il Pil pro-capite, è anch’esso cresciuto tantissimo: per 12,57 volte. Esso si ottiene suddividendo il Pil nominale per il numero degli abitanti. Rispetto agli USA, è passato dal valere appena il 2,85% al 15,5%. La distanza resta elevatissima.
Ancora oggi, in buona sostanza, la ricchezza per abitante è di circa 6,5 volte più bassa.
Ragionare a parità di potere di acquisto
Attenzione, però, al Pil pro-capite a parità di potere di acquisto (PPP). Come sappiamo, 1 dollaro in un luogo non compra la stessa quantità di beni e servizi in un altro. Dunque, guadagnare 1.000 dollari a New York è cosa assai diversa che guadagnare la stessa cifra a Suzhou. Il Pil pro-capite PPP nel 2024 era di 23.800 dollari in Cina contro i 75.500 negli USA. Il primo valeva il 31,5% del secondo. Ma nel 2001 era solamente dell’8%. In questo caso, il miglioramento relativo è stato di quasi 4 volte.
Economia cinese non ancora confrontabile con USA
Cosa ci suggeriscono tutti questi numeri? L’economia cinese ha compiuto passi da gigante, ma resta poco confrontabile con un’economia sviluppatissima come quella americana. Se tendesse allo stesso Pil pro-capite nominale degli USA del 2024, dovrebbe ingrandirsi fino a superare i 120.000 miliardi di dollari. Considerate che l’intera economia mondiale è stata di circa 115.000 miliardi nel 2024. Anche tenendo in considerazione il dato a PPP, le sue dimensioni dovrebbero accrescersi di circa 3,2 volte. E c’è da dire che servirebbero anni prima che ciò accadesse. Nel frattempo, gli USA continuerebbero verosimilmente a crescere in termini sia reali che nominali. Dunque, le distanze potrebbero non essere colmate neanche nei prossimi anni. A meno che non prendiamo come riferimento il Pil nominale in termini assoluti.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

